Trova 149 rari dischi di Bob Dylan dimenticati in casa: valgono una fortuna

Bob Dylan
Li hanno trovati dentro alcune scatole di cartone “parcheggiate” da anni in un appartamento di Greenwich Village, quartiere nel cuore di New York. All’esterno...

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Li hanno trovati dentro alcune scatole di cartone “parcheggiate” da anni in un appartamento di Greenwich Village, quartiere nel cuore di New York. All’esterno la dicitura “dischi vecchi” scritta col pennarello dalla padrona di casa: vecchi certo ma molto preziosi. La donna non lo sapeva ma in quei contenitori, infatti, c’erano - e per fortuna ci sono ancora - 149 acetati - praticamente delle incisioni di prova prodotte in tempo reale con una macchina speciale e quindi immediatamente ascoltabili con un giradischi – realizzati nientemeno che da Bob Dylan.




Il tesoro – dal punto di vista storico e culturale - è stato scoperto dal fratello della proprietaria che, incuriosito dal contenuto delle scatole e scorgendovi, oltre all’indirizzo della “Columbia Records”, i titoli di alcune canzoni del cantautore americano, ne ha riconosciuto il valore. I cimeli, in buono stato e recanti annotazioni e disegni dello stesso Dylan, sono ora nelle mani di Jeff Gold, uno dei più grandi collezionisti di reperti musicali del mondo, che, dopo essersi occupato di digitalizzare il materiale, ha già messo in vendita sul sito "Recordmecca.com" - i prezzi oscillano tra 1.750 e 7mila dollari -, alcuni di questi pezzi da novanta.



Un ritrovamento fortuito, quindi, e benedetto. Negli acetati rinvenuti si trovano, infatti, i germi di tante delle grandi canzoni che, negli anni tra il 1969 e il 1970, andranno a confluire in album importanti della discografia di Dylan quali “Nashville Skyline”, “Self Portrait” e “New Morning”. Per registrarle in prova l’artista statunitense affittò, proprio in quel periodo, un appartamento a Greenwich Village, quello stesso dove i memorabilia, dimenticati o abbandonati dall’artista statunitense per più di quarant’anni, sono stati riscoperti. Grazie alla donna, oggi deceduta, che decise di conservarli, e all’intuito di suo fratello. A loro modo, due benefattori. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero