Xylella, 10 anni dopo: la ricerca Ue sperimenta nuove soluzioni

Xylella, 10 anni dopo: la ricerca Ue sperimenta nuove soluzioni
BRUXELLES - A dieci anni dalla prima rilevazione in Europa, la ricerca...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

BRUXELLES - A dieci anni dalla prima rilevazione in Europa, la ricerca contro la Xylella fastidiosa si fa a tutto campo, dai pesticidi naturali ai satelliti. Tutto comincia nel 2013 quando, cercando di capire strani sintomi di disseccamento sugli ulivi salentini, scienziati pugliesi rilevano la presenza della Xylella, considerato uno dei patogeni vegetali più nocivi al mondo. E’ la prima volta in campo aperto in Europa. In 10 anni il batterio, una volta confinato nelle Americhe e capace di infettare centinaia di specie vegetali procurando seri danni a colture pregiate, dall’olivo alla vite, dagli agrumi ai mandorli, ha colpito milioni di ulivi in Puglia, coprendo 8.000 chilometri quadrati, il 40% del territorio regionale, 100 volte l’ampiezza dei focolai originari. Dopo i focolai pugliesi, dal 2015 notificano a Bruxelles la Corsica e la Costa Azzurra, quindi le Isole Baleari e la provincia di Alicante in Spagna. Poi il Portogallo e, fuori dall’Ue, Israele e Libano. Nel 2015 l’Ue vara le prime misure per il contenimento e, dove possibile, l’eradicazione del batterio, ma a livello sperimentale si sa ancor troppo poco della Xylella fastidiosa in Europa, di come si trasmette dalle piante malate a quelle sane, del perché è devastante su alcune colture e territori, mentre crea problemi più limitati in altri. Alcune risposte arrivano dai progetti di ricerca finanziati dall’Ue dal 2015. Con il POnTE Project e XF-ACTORS, coordinati dell’Ipsp-Cnr di Bari, si identificano due varietà di olivo resistenti alla Xylella e il suo vettore in Europa, e si pongono le basi conoscitive per nuove regole Ue, più a misura dei diversi territori interessati dai focolai, adottate nel 2020. Il progetto “BeXyl – Beyond Xylella”, partito alla fine del 2022, vuole andare oltre lo 'stato di emergenza'. "Con BeXyl – spiega Blanca B. Landa, coordinatrice del progetto per l’Istituto di agricoltura sostenibile del consiglio spagnolo delle ricerche – stiamo esplorando tutte le strade per fornire agli operatori economici e alle autorità pubbliche strumenti per gestire i focolai attuali, individuare rapidamente quelli nuovi e prevenire ulteriori introduzioni del patogeno nell'Ue". BeXyl riunisce oltre 30 partner del mondo scientifico, delle istituzioni, delle categorie professionali e delle imprese per trovare e sperimentare soluzioni concrete contro Xylella fastidiosa. Si va dai prodotti di lotta biologica al patogeno e ai suoi vettori, all’esplorazione di una vasta gamma di strumenti di monitoraggio per individuare le piante malate prima dei sintomi, dai satelliti ai raggi infrarossi al fiuto dei cani.

Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero