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BRUXELLES - Il Tribunale dell'Ue ha respinto il ricorso per risarcimento danni presentato contro la Bce da alcuni investitori privati che hanno subito perdite a causa della ristrutturazione del debito greco nel 2012. Per i giudici la ristrutturazione "non costituiva una lesione sproporzionata e inaccettabile al diritto di proprietà di tali investitori, anche se questi non avevano acconsentito alla misura".
Secondo il Tribunale, la ristrutturazione del debito greco "non ha comportato una violazione del principio del rispetto degli obblighi contrattuali, poiché l'investimento in strumenti di debito statali comporta sempre il rischio di un danno patrimoniale dovuto al lungo lasso di tempo che trascorre dall'emissione degli strumenti e durante il quale gli imprevisti rischiano di limitare sostanzialmente, se non addirittura di annientare, le capacità finanziarie dello Stato, emittente o garante di tali strumenti". E se simili imprevisti si verificano, "lo Stato emittente ha il diritto di tentare una rinegoziazione di tali obblighi". Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero