Per Bruxelles l'Italia resta vulnerabile per il debito e deficit alti e la crescita debole

Per Bruxelles l'Italia resta vulnerabile per il debito e deficit alti e la crescita debole
BRUXELLES - "L'Italia continua a far fronte alle vulnerabilità legate all'elevato debito pubblico, abbinato a consistenti deficit di bilancio e a una debole crescita della...

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BRUXELLES - "L'Italia continua a far fronte alle vulnerabilità legate all'elevato debito pubblico, abbinato a consistenti deficit di bilancio e a una debole crescita della produttività in un contesto di fragilità del mercato del lavoro e di alcune debolezze residue nel settore finanziario". È quanto si legge nelle conclusioni degli esami approfonditi della Commissione europea, nell'ambito della procedura per gli squilibri macroeconomici del Paese.

"Il rapporto debito pubblico/Pil dell'Italia è diminuito nettamente di circa 15 punti percentuali rispetto al suo picco durante la crisi pandemica, principalmente a causa della forte crescita del Pil nominale, mentre i deficit di bilancio sono rimasti elevati", si legge ancora. Tuttavia, con il 139,8% del Pil nel 2023 secondo le previsioni autunnali 2023 della Commissione, il rapporto debito pubblico/Pil è ancora elevato e si prevede che la tendenza al ribasso "si invertirà quest'anno e il prossimo".

"Ciò è dovuto principalmente a un ampio aggiustamento stock-flussi che incrementa il debito, ancora consistente anche se in diminuzione, ai disavanzi pubblici e a un differenziale tra crescita nominale e tasso di interesse meno favorevole", spiega Bruxelles. "Inoltre, gli ingenti costi del servizio del debito limitano ulteriormente la portata del governo per quanto riguarda le politiche fiscali a sostegno della crescita", si osserva ancora.

I rischi per la sostenibilità fiscale rimangono elevati nel medio e medio termine nel lungo termine. Sulla produttività la Commissione segnala un "andamento piatto" che riflette "persistenti carenze strutturali" con "condizioni di finanziamento più restrittive" che "smorzano le prospettive di un ulteriore incremento del capitale". "Le banche italiane sono ancora notevolmente esposte al rischio di credito sovrano e all'andamento dei prestiti garantiti dallo Stato nei loro bilanci", si continua nel testo. Per quanto riguarda la qualità degli attivi bancari c'è un notevole miglioramento e la redditività è aumentata parallelamente alla normalizzazione della politica monetaria, "anche se le banche potrebbero dover affrontare sfide man mano che l'impatto economico della stretta finanziaria si espande ulteriormente", continua.

"Una materializzazione dei rischi derivanti da queste vulnerabilità potrebbe avere ripercussioni su altri Stati membri attraverso vari canali, di modo che le vulnerabilità abbiano rilevanza transfrontaliera", afferma tra l'altro la Commissione. Bruxelles segnala infine nelle proprie conclusioni degli esami approfonditi che "rimane essenziale mantenere il ritmo di attuazione del Pnrr, comprese le misure a sostegno delle competenze e della partecipazione al mercato del lavoro delle donne e dei giovani".

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Il Messaggero