Maker Faire 2018, parte da Roma il rimedio dell'Enea contro la zanzara tigre

Se le calde notti d’estate sono ormai un ricordo, la zanzara tigre è un incubo destinato a tornare. Ma c'è un'interessante ricerca scientifica,...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Se le calde notti d’estate sono ormai un ricordo, la zanzara tigre è un incubo destinato a tornare. Ma c'è un'interessante ricerca scientifica, condotta da Enea e presentata a Maker Faire 2018, che ha individuato il punto debole di questo temibile insetto, il cui numero di esemplari potrebbe essere ridotto se la sperimentazione diventerà un’applicazione pratica. «Il nostro metodo nasce dalla constatazione che la chiave del successo della zanzara tigre nei nostri ambienti, è la sua prolificità riproduttiva» ha spiegato il ricercatore ENEA Maurizio Calvitti. Una femmina di zanzare può vivere in media fino a 40 giorni, pungere 6/7 volte e deporre 200 uova. «Secondo la nostra ricerca, l'esemplare femminile ha trovato come alleato un batterio che vive nel suo apparato riproduttivo. Noi lo abbiamo sostituito con lo stesso batterio che vive nella zanzara comune, ottenendo una zanzara tigre non ogm, i cui maschi hanno spermatozoi non in grado di fertilizzare, come se usassero una pillola biologica».

 
La sperimentazione è stata avviata con successo in alcune aree di Roma, immettendo i maschi nell’ambiente, che con un effetto a catena, hanno portato alla diminuzione di zanzare femmine fertili, dunque pungenti. «Con la nostra ricerca - vuole precisare il ricercatore - non vogliamo sterminare la zanzara tigre, ma controllarla a livelli sostenibili per noi umani, diminuire il rischio di trasmissione di virus, rendendo più efficaci i trattamenti chimici disponibili». Oggi infatti – i trattamenti – sono indirizzati a popolazioni troppo numerose, difficili da trattare e spesso con scarsi risultati, «mentre se la sperimentazione venisse estesa ad altre città italiane, avremo dei risultati migliori».
  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero