Maker Faire 2018, il cuscino antiabbandono di bambini in auto

Giorgio Sadolfo è padre di tre bambini, e dopo aver ascoltato alla televisione i numerosi casi di bimbi abbandonati in auto per distrazione si è chiesto: «Cosa...

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Giorgio Sadolfo è padre di tre bambini, e dopo aver ascoltato alla televisione i numerosi casi di bimbi abbandonati in auto per distrazione si è chiesto: «Cosa posso fare per far sì che questo non accada a me?». Giorgio è anche amministratore delegato di Fi.Lo, una startup innovativa, e così è nato Tata, il dispositivo antiabbandono, che sfrutta la sensoristica per individuare la presenza di più piccoli sul seggiolino, incrociando i dati con la presenza di un genitore al fianco. «Esiste un caso dissociativo in cui il genitore potrebbe dimenticare accidentalmente il bambino in auto – afferma Sadolfo - il dispositivo è dotato di sensore di presenza umana e certifica che ci sia un bambino e non cinque chili di mele sopra, rileva che c'è ancora il bambino e manda un allarme sul cellulare». Nel caso il genitore non risponda, dopo un minuto il dispositivo contatta cinque numeri preimpostati.

 

Con la nuova legge sulla presenza di dispositivi in auto che segnalano la presenza dei passeggeri più piccoli, in vigore dal luglio 2019, Tata permette di non cambiare il seggiolino ma si adatta a quello già esistente: «Mi sono chiesto, possiamo creare qualcosa che permetta di non spendere centinaia di euro per un nuovo seggiolino, che possono prendere tutti i genitori e farlo entrare nel famoso contributo di cui parla la legge di bilancio del 2019?» La risposta è in questo cuscino, che ha delle grafiche accattivanti e di design, e utilizza una tecnologia simile a quella che c'è sui cellulari: «Volevamo evitare i falsi negativi - conclude Sadolfo – spesso io poggio giocattoli o buste della spesa sui seggiolini dei bambini. Abbiamo sviluppato la tecnologia brevettata di un partner tecnologico, l'abbiamo messo su uno dei nostri dispositivi, per dare maggiore sicurezza ai genitori». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero