La Puglia al top per la spesa dei fondi Ue

La Puglia al top per la spesa dei fondi Ue
BRUXELLES - La Puglia è al top della classifica regionale italiana per la spesa dei fondi strutturali della politica di coesione dell'Ue. E' quanto emerge da un'analisi dei dati...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

BRUXELLES - La Puglia è al top della classifica regionale italiana per la spesa dei fondi strutturali della politica di coesione dell'Ue. E' quanto emerge da un'analisi dei dati pubblicati sul portale Cohesion Data della Commissione europea, che coprono l'andamento delle allocazioni fino al 31 dicembre 2022. Alla fine dell'anno scorso, la spesa certificata della Regione e rimborsata a Bruxelles era pari a circa 4,3 miliardi su 4,4 del fondo nel periodo di programmazione 2014-2020, che nel caso della Puglia unisce sia il Fondo europeo per lo sviluppo regionale (Fesr), sia Fondo sociale europeo (Fse).

Restano quindi da spendere e rendicondare entro la fine dell'anno circa 100 milioni di euro, per non rischiare di perdere le risorse. Il caso della Puglia rappresenta un'eccezione rispetto alla storica difficoltà del Meridione di assorbire le risorse, anche perché anch'essa - come Calabria e Sicilia - è destinataria di uno dei più alti importi di risorse strutturali. Dai dati esaminati emerge inoltre che le regioni hanno speso in media il 75% (circa 25 miliardi di euro) delle risorse Ue, mentre i programmi nazionali si sono fermati al 43% (circa 13 miliardi).

Per questi ultimi la situazione appare particolarmente critica poichè restano ancora da spendere oltre 10 miliardi entro la fine dell'anno per scongiurare il rischio di dover rinunciare per sempre a fondi sempre più preziose alla luce delle ristrettezze che si stanno profilando per il bilancio nazionale anche a causa del ripristino delle regole Ue sui conti pubblici.

Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero