Italia e Croazia insieme per pulire l'Adriatico dai rifiuti

Italia e Croazia insieme per pulire l'Adriatico dai rifiuti
BRUXELLES - Entro la fine dell'anno 70 pescherecci saranno mobilitati in nove porti dell'Adriatico tra Italia e Croazia per ripulire i fondali marini dai rifiuti. Lo ha annunciato...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

BRUXELLES - Entro la fine dell'anno 70 pescherecci saranno mobilitati in nove porti dell'Adriatico tra Italia e Croazia per ripulire i fondali marini dai rifiuti. Lo ha annunciato all'ANSA Tomaso Fortibuoni, ricercatore dell'Istituto Superiore per la protezione e la ricerca ambientale, illustrando a Bruxelles il progetto Interreg "Marine Litter - Repair", coordinato dall'Università Ca' Foscari di Venezia e con la collaborazione di altri sei partner, ISPRA a Chioggia, le Cooperative M.A.R.E. di Cattolica e Limosa di Venezia, l'Istituto di Oceanografia e Pesca di Spalato, l'Associazione Sunce di Spalato, e l'Istituto RERA per lo sviluppo della contea di Spalato e Dalmazia. "C'è un vuoto normativo non solo in Italia ma anche negli altri Paesi che si affacciano sull'Adriatico, non si sa come classificare il rifiuto pescato in mare, se si tratti di un rifiuto urbano o speciale", ha spiegato Fortibuoni, "e se i rifiuti marini vengono considerati come 'speciali' il pescatore che li riporta a terra ne risulta il produttore e quindi deve assumersi la responsabilità, anche penale, del corretto smaltimento". Per non incorrere in multe, quindi, spesso i pescatori rigettano in mare quanto si impiglia accidentalmente nelle reti. Il ricercatore ha quindi accolto con favore la proposta di direttiva Ue sugli impianti portuali di raccolta per il recupero e lo smaltimento dei rifiuti marini, anche se, ha sottolineato, "in molte città non c'è un vero e proprio porto dedicato ai pescherecci". Da qui l'invito a "pensare anche a norme nel caso non ci siano strutture portuali vere e proprie". Nei primi sei mesi di attività del progetto sono state raccolte circa 30 tonnellate di reti dismesse e rifiuti marini. A Chioggia i rifiuti 'pescati' a giugno e luglio scorsi sono risultati essere per il 67% plastica, 17% tessile e 8% gomma.

 

Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero