Brexit: Bbc, governo punta al voto il 15 ottobre

Brexit: Bbc, governo punta al voto il 15 ottobre
LONDRA - E' il 15 ottobre la data auspicata da Boris Johnson nella battaglia per le elezioni anticipate nel Regno Unito. Lo apprende la Bbc nella giornata in cui il premier torna...

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LONDRA - E' il 15 ottobre la data auspicata da Boris Johnson nella battaglia per le elezioni anticipate nel Regno Unito. Lo apprende la Bbc nella giornata in cui il premier torna ad affrontare la sfida della Camera dei Comuni, con il voto previsto in giornata sul testo della legge anti-no deal sottoposta dalle opposizioni e dai Tory ribelli (ormai espulsi) per cercare di imporre un rinvio della Brexit oltre il 31 ottobre. Le opposizioni, Labour in testa, pretendono però l'ok al rinvio prima di dire sì allo scioglimento della Camera.

Il voto sulla mozione pro elezioni è previsto dopo quello sulla legge anti-no deal, a sua volta preceduto oggi dal tradizionale Question Time del mercoledì e dal prevedibile nuovo scontro infuocato fra Johnson e il leader dell'opposizione laburista, Jeremy Corbyn. Per ottenere lo scioglimento, il governo deve avere peraltro il via libera di due terzi dei deputati. Altrimenti potrebbe ricorrere a un emendamento della legge sulla durata della legislatura vigente, a cui servirebbe comunque l'approvazione almeno di una maggioranza semplice. Maggioranza di cui ad ora l'esecutivo non dispone. Di qui le condizioni poste dagli oppositori. Il Labour vuole le elezioni, "ma non ai termini di Boris Johnson", ha ribadito oggi Keir Starmer, responsabile della Brexit nel governo ombra di Corbyn, ripetendo quanto detto ieri dal suo leader sulla necessità di portare a termine prima l'iter della legge contro il no deal e di ottenere la garanzia di una proroga. Sulla stessa lunghezza d'onda la numero uno degli indipendentisti scozzesi dell'Snp, Nicola Sturgeon.

La Commissione Ue ha presentato proposte legislative "per aiuti finanziari cuscinetto agli Stati membri per far fronte" alle ripercussioni di un'eventuale Brexit senza accordo, tenendo conto del budget europeo, attraverso il Fondo per la globalizzazione ed il Fondo di solidarietà. Era un'ipotesi già valutata ad aprile "ed ora, per essere completamente pronti, abbiamo fatto le proposte legislative necessarie. Meglio mettersi al sicuro che dispiacersi", ha detto la portavoce della Commissione Ue Mina Andreeva.

 

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Il Messaggero