5G, Dalle Nogare: «L’integrità delle reti è il tesoro da tutelare»

Fabrizio Dalle Nogare, professore a contratto all’Università Alma Mater Studiorum di Bologna
Con il 5G, la tecnologia che sostituirà l’attuale standard delle reti di comunicazione mobili, si aprono grandi spazi per lo sviluppo di nuovi servizi. Ma c'è...

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Con il 5G, la tecnologia che sostituirà l’attuale standard delle reti di comunicazione mobili, si aprono grandi spazi per lo sviluppo di nuovi servizi. Ma c'è anche qualche rischio. «Si tratta di una piattaforma tecnologica strategica per lo sviluppo economico, finanziario e sociale, in grado di supportare l’erogazione di servizi primari e di pubblica utilità e le cui fragilità potrebbero essere sfruttate per compromettere risor- se e processi vitali per la sicurezza del Paese», sottolinea Fabrizio Dalle Nogare, professore a contratto all’Università Alma Mater Studiorum di Bologna e autore del libro Regolazione e mercato delle comunicazioni elettroniche (Giappichelli Editore).


Quali sono i rischi principali?
«Sono quelli connessi alla possibile violazione dell’integrità delle reti. Non ci sono solo i rischi di terrorismo e spionaggio: cosa accadrebbe ad esempio se un hacker violasse il network di quinta generazione destinato ai veicoli a guida autonoma? Analogamente si pongono urgenti problemi di sicurezza e tutela del trattamento dei dati personali. Con il 5G ci saranno molti più dispositivi connessi e una maggiore centralizzazione dei nostri dati nelle mani di pochi soggetti. Questo renderà ancora più critica la loro tutela e salvaguardia».

Dal punto di vista normativo saranno necessari nuovi interventi?
«In Italia, il Governo è intervenuto con il recente decreto legge Brexit che ha rafforzato i poteri speciali dello Stato, il cosiddetto Golden Power, su settori strategici come le telecomunicazioni, estendendolo anche agli apparati in tecnologia 5G offerti da soggetti esterni all’Ue».

Serve un approccio europeo?
«È chiaro che la tutela della sicurezza delle reti 5G richiede un approccio concertato a livello europeo, considerato il carattere sovranazionale delle minacce. È quanto pre- visto anche dalla raccomandazione adottata dalla Commissione Ue il 26 marzo scorso dal titolo “Cybersicurezza delle reti 5G”, che stabilisce un sistema di controllo degli investimenti esteri in Europa nei beni, nelle tecnologie e nelle infrastrutture critiche, al fine di proteggere sicurezza e ordine pubblico».

Quali sono le novità introdotte dal nuovo Codice europeo delle comunicazioni elettroniche?
«Il Codice promuove gli investimenti nel 5G e prevede un elevato livello di protezione del consumatore, uniforme in tutta l’Ue. Amplia il compito svolto dall’Agenzia dell’Unione per la sicurezza delle reti (Enisa), al fine di garantire la disponibilità, l’integrità e la riservatezza dei dati, e raccomanda agli Stati membri di adottare misure per proteggere la salute pubblica dai campi elettromagnetici».

I futuri utilizzatori di 5G a cosa devono stare attenti?

«Serve un atteggiamento prudente: all’utilità e all’efficienza delle cose intelligenti si accompagneranno importanti sfide in termini di sicurezza, protezione dei dati e salute personale dei consumatori». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero