Psicosi zombie negli Usa: è boom di campi di addestramento

Psicosi zombie negli Usa: è boom di campi di addestramento
Da “La notte dei morti viventi” del 1968, gli zombie sono entrati a far parte di un immaginario collettivo che si è nutrito di capolavori della letteratura e della...

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Da “La notte dei morti viventi” del 1968, gli zombie sono entrati a far parte di un immaginario collettivo che si è nutrito di capolavori della letteratura e della filmografia e, nel contempo, di incredibili produzioni trash. Il tutto sempre strizzando l’occhio alla possibilità che, da qualche laboratorio sperduto nel mondo, potesse davvero “sfuggire” un virus in grado di trasformare l’intera umanità in un esercito di morti viventi.




Così quando a maggio è stata diffusa la notizia che il Pentagono aveva già pronta una "strategia anti-morti viventi” – il famoso CONOP 8888, meglio noto come il “piano per sopravvivere agli Zombie – c’è chi l'ha letta come l’ulteriore (inevitabile) conferma che sia davvero necessario prepararsi a fondo.



Sono nati così, anzi si sono consolidati, con un picco di iscrizioni proprio nella primavera di quest’anno, i campi di addestramento per sopravvivere agli zombie. Il più famoso, almeno tra quelli “ufficiali” si trova nel New Jersey, e non è – come qualcuno potrebbe pensare – un punto di raccolta per fan di The Walking Dead o della Trilogia dei morti viventi di Romero. Anzi.



Ridurre l’addestramento a un mero fenomeno modaiolo influenzato da fumetti e telefilm, viene considerato una grave offesa. Certo c’è chi pubblicizza il corso alle varie fiere di fumetti sparse negli Stati Uniti, e chi ha deciso di frequentarlo dopo aver letto il capolavoro umoristico (ma non sempre percepito come tale) di Max Brooks (figlio del più noto Mel) “Guida per sopravvivere agli zombie”. Ma dopo il primo impatto ci si rende conto che organizzatori e i partecipanti del corso prendono davvero sul serio l’intera faccenda.



Niente fanatici di zombie, dunque, ma persone che credono fermamente – come dichiarato, da una giovane partecipante, al giornalista di vocativ.com che ha voluto vivere direttamente l’esperienza – che “l’apocalisse si verificherà in questa vita” e loro devono essere pronti a fronteggiarla. Il campo del New Jersey ospita “survivor” che provengono da ogni parte degli Stati Uniti e qualcuno anche dall’estero, visto che il sito www.zombiesurvivalcourse.com viene visitato abitualmente da moltissimi europei.



Il motto del corso, giunto già alla sua VI edizione, è: “meglio ti prepari oggi, più semplice sarà il tuo domani”. Le strategie di sopravvivenza che si apprendono mirano alla creazione di un rifugio a prova di zombie, all’acquisizione di tecniche per il corpo a corpo con un morto vivente e alla protezione delle parti a rischio di morso e, conseguentemente, di contagio. La prima lezione però è quella sul “piano di fuga”. Sembra infatti che in caso di una potenziale “epidemia zombie” la maggior parte delle persone verrebbe contagiata proprio in questa fase. La cosa più importante è, ovviamente, mantenere la calma, individuare le vie di fuga più protette per non farsi circondare da morti viventi affamati e, soprattutto, la disponibilità di una bug-out-bag, lo zaino di salvataggio. Praticamente la borsa di Mary Poppins del perfetto sopravvissuto (o, ancor meglio, sopravvivente).



Il corso di un giorno costa solo 179 dollari, quello che si estende dal venerdì al sabato 450 e comprende – come si legge nel sito – un intrattenimento serale a base di “film zombie davvero brutti”. La registrazione è online e mira, attraverso uno specifico questionario, a isolare persone non adeguatamente motivate. In particolare se simpatizzate per il Movimento per i Diritti degli Zombie - che esiste veramente e si batte per l’eguaglianza tra tutti gli individui, vivi e non vivi – non avete alcuna possibilità di essere accettati. L’Apocalisse Zombie è una cosa seria. Altro che telefilm. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero