La forza di Nick, nato senza arti: «La mia vita è stupenda»

Nick
NEW YORK – A otto anni, era convinto che la sua vita sarebbe stata infelice, “un lungo tunnel buio e vuoto”. A dieci anni pensò di suicidarsi: lo fermò solo il pensiero...

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NEW YORK – A otto anni, era convinto che la sua vita sarebbe stata infelice, “un lungo tunnel buio e vuoto”. A dieci anni pensò di suicidarsi: lo fermò solo il pensiero del dolore che avrebbe dato ai genitori. Ma oggi, a 32 anni, Nick Vijicic è un uomo felice.






Nick è un corpo senza braccia o gambe, ma è un uomo più solido, generoso, coraggioso, ottimista di milioni di uomini che hanno tutti e quattro gli arti. Nick è nato così per via di una malattia congenita. L’unica appendice che la natura gli ha concesso è quella che lui chiama ridendo “la mia zampa di gallina”, che però gli permette di pilotare una sedia a rotelle. Con quelle due dita monche e deformi di cui va allegramente fiero, ha anche scritto al computer tanti libri di successo: “Riesco a scivere 43 caratteri al minuto, anche 53 se bevo due tazze di caffè” scherza.



La storia di Nick non è unica: altre persone hanno saputo tirarsi su da condizioni in apparenza disperate. Nick lo ha però fatto con tanta allegria, senso dell’umorismo e fiducia, da conquistarsi un seguito di ammiratori e l’amore di una bellissima ragazza, Kanae Miyahara. Sposati dal 2012, la coppia ha avuto un bambino l’anno scorso, Kiyoshi, che cresce bene e sano e anche lui con un carattere solare. L’ultimo libro di Nick è infatti una storia d’amore, “Love without Limits”, dedicato alla moglie e al figlio.



Il segreto di Nick è la fede. Ma la sua è una fede vissuta con contagioso ottimismo, senza minacce, senza paure. Nei suoi video che servono da ispirazione per milioni di persone nel mondo, questo giovane australiano trapiantato a Los Angeles scherza col pubblico e fa ironia su se stesso. Non nasconde nulla della sua vita, anzi accoglie in casa i giornalisti, e lascia che filmino i suoi gesti quotidiani: lavarsi i denti con uno spazzolino attaccato al muro, nuotare in piscina spingendosi con le anche, aiutare la moglie in cucina tenendo un mestolo con la bocca. Lo vediamo anche giocare con il figlio, andare a fare la spesa nella sedia a rotelle, giocare a golf tenendo la mazza ferma con il mento e il collo fare surfing in mare. Lo vediamo uscire intirizzito dalle onde, bilanciandosi sulle anche, e dire con un occhiolino: “Ohi ohi, che freddo, vorrei potermi strofinare le mani!” Certo, Nick ha bisogno di un badante per alcuni gesti che non può fare da solo: non può salire da solo nella carrozzina ad esempio. Ma per la maggioranza delle attività, è indipendente.



“Eppure quando avevo otto anni mi dicevo che non avrei avuto nulla nella vita, non avrei avuto un lavoro e non avrei avuto una moglie: come avrei potuto avere una moglie senza poterla tenere per mano?” Oggi, nei suoi discorsi – ne ha tenuti duemila in 44 diversi Paesi - Nick racconta che non si concentra più su quello che non ha, ma su quello che ha: “Non posso fingere che la mia vita sia stata facile – ammette -. Ma ora è piena di gioia, di amici e persone che amo e che mi vogliono bene”. E raccomanda ai suoi ascoltatori, immancabilmente combattuti fra le risate per le sue battute e le lacrime per il suo coraggio, di non cedere alle voci disfattiste: “Tutti facciamo errori, ma nessuno è un errore. Ma dovete osare di sognare. Dovete osare di aver fede, credere nell’amore, nella verità, nei principi. Prendete un giorno alla volta, e non arrendetevi mai!” Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero