La vita gli ha voluto regalare una seconda chance, quella che sua madre non gli ha voluto dare. Una donna di 30 anni è stata accusata di tentato omicidio per aver abbandonato...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
La madre, una donna delle isole del Pacifico che non è sposata e vive con la famiglia nella zona ovest di Sydney, dovrà comparire in tribunale lunedì mattina.
La polizia, che deve ancora individuare il padre del neonato, aveva in un primo momento dei sospetti su un indiano che era stato visto nella zona quando il piccolo è stato trovato, ma poi la pista è stata abbandonata: l'uomo non è sotto inchiesta.
La madre del neonato, identificata dopo un appello della polizia alla famiglia del bimbo, ricerche porta a porta e controlli delle cartelle cliniche, è stata ricoverata nell'ospedale di Blacktown: si era sentita male, accusando forti dolori allo stomaco, mentre veniva interrogata dagli agenti nella stazione di polizia di Blacktown. Il bimbo è stato invece ricoverato in condizioni gravi, ma stabili, all'ospedale pediatrico di Westmead. Si teme possa avere qualche lesione interna e mostra evidenti segni di malnutrizione.
Il neonato è stato trovato da quattro ciclisti di passaggio alle 7.30 del mattino. David Otte e sua figlia Hayley, 18 anni, erano due di loro. Inizialmente hanno pensato che il suono che sentivano fosse il miagolio di un gattino, ma poi Otte si è reso conto che si trattava di una voce umana. «Ho due figli e conosco bene il suono che emette un bimbo che piange». Il pozzo era coperto da una lastra di cemento che pesava più di 200 kg: ci sono volute sei persone per sollevarlo, tra cui due agenti di polizia arrivati sul posto. Quando lo hanno estratto, il bimbo era avvolto in una coperta da ospedale piena di sporcizia e con una molletta ancora attaccata al taglio del cordone ombelicale.
«Nella vita si vedono tante cose, ma non immagini mai di vedere qualcosa di simile» ha commentato Otte, sottolineando il fatto che lui percorre quella strada una sola volta al mese. «Quel bambino non aveva alcuna possibilità di sopravvivere se non fossimo passati in quel punto. Qualcosa ci ha portato a trovarlo. Sono contento di essere arrivato per salvarlo». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero