Erano in centinaia gli amici e i familiari di Vanessa Collier riuniti lo scorso sabato al New Hope Ministries di Lakewood, seduti davanti alla bara aperta contenente il corpo...
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Secondo il pastore Ray Chavez, la commemorazione non sarebbe potuta continuare fintanto che la foto della Collier con la moglie e i suoi due figli continuava a essere in bella mostra in un video. Oltraggiati dal comportamento del pastore, gli amici e i parenti della Collier sono stati costretti a cambiare programma e spostarsi – feretro compreso - in un'agenzia di servizi funebri che, per loro fortuna, era dall'altra parte della strada. «È stato umiliante - dice Victoria Quintana, un'amica di lunga data della Collier – è stato devastante».
Le amiche della Collier, molte delle quali lesbiche, già erano abituate a confrontarsi con le sfide sociali e politiche che comportava il loro orientamento sessuale. Lo scorso weekend hanno dovuto anche ricevere il rifiuto, da parte di una chiesa, di celebrare il rito funebre a causa di – come lo ha chiamato il parroco – uno «stile di vita alternativo».
«Avevamo consegnato alla chiesa il video in cui Vanessa bacia e abbraccia sua moglie, una settimana prima della cerimonia. Il prete ha avuto la possibilità di fermare il funerale molto tempo prima» dicono gli amici della Collier. Vanessa Collier era madre di due bambine, di 7 e 11 anni, e viveva a Thornton. Morta il 30 dicembre scorso, era al New Hope Ministries a causa della vicinanza della chiesa con il posto in cui era cresciuta insieme ai suoi amici.
Una dozzina di manifestanti hanno protestato davanti alla chiesa giovedì 8 gennaio, in ricordo della Collier e contro il pastore Ray. La protesta ha provocato l'intervento delle guardie di sicurezza che stazionavano davanti all'edificio. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero