Germania, vuole chiamare il figlio Wikileaks: l'anagrafe rifiuta

Julian Assange
Appello ai futuri genitori: se siete alla ricerca di un nome originale per i vostri pargoli evitate qualsiasi cosa che abbia a che fare con la diffusione di documenti coperti da...

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Appello ai futuri genitori: se siete alla ricerca di un nome originale per i vostri pargoli evitate qualsiasi cosa che abbia a che fare con la diffusione di documenti coperti da segreto di stato.




In Germania, un fantasioso neo papà si è visto negare all’anagrafe la possibilità di chiamare il figlio WikiLeaks, dal nome dell’organizzazione di Julian Assange nota alle cronache per aver reso pubblici, tra gli altri, documenti riservati sulla guerra in Afghanistan.



Hajar Hamalaw, 28enne giornalista iracheno residente nella cittadina tedesca di Passau, era convintissimo del nome scelto per il bimbo: «Non è un semplice nome, per me ha un enorme significato. WikiLeaks ha cambiato il mondo! E’ un nome sinonimo di verità e trasparenza», ha dichiarato a Nbc News. La fissazione per la trasparenza sembrerebbe di famiglia, visto che l’altra figlia di Hamalaw si chiama Diya, letteralmente ‘Luce della verità’. Secondo il giornalista iracheno, la funzionaria dell’anagrafe che ha bocciato insindacabilmente il nome all’inizio non avrebbe nemmeno capito esattamente a cosa si riferiva, pensando che fosse il titolo di uno show televisivo.



La Germania non ha una lista di nomi ufficialmente approvati, ma l’anagrafe può negare la registrazione di un nome che potrebbe essere dannoso per il futuro del neonato. Pericolo scampato, comunque, per Hamalaw junior, che è stato registrato come Dako, anche se genitori e membri della famiglia hanno fatto sapere che continueranno a chiamarlo col nome inizialmente previsto. «Se la gente chiama i propri figli Barack Obama, perché io non posso chiamare il mio WikiLeaks?», ha puntualizzato l’insistente papà. Magari, se proprio deve, potrebbe provare Julian. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero