L'Arsenal corre in aiuto di Paul Gascoigne: «Mi hanno pagato le cure»

Paul Gascoigne (supersport.com)
Ottavo in classifica ma primo nel derby del cuore per Paul Gascoigne. Se l’ex centrocampista della Lazio, perennemente in bilico tra autodistruzione e voglia di riscatto, se...

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Ottavo in classifica ma primo nel derby del cuore per Paul Gascoigne. Se l’ex centrocampista della Lazio, perennemente in bilico tra autodistruzione e voglia di riscatto, se l’è cavata nel recente passato, lo si deve anche alla generosità dell’Arsenal.






Su iniziativa personale dell’allenatore Arsene Wenger e con l’aiuto fondamentale della società, i “Gunners” hanno teso la mano a “Gazza” in uno dei suoi tanti momenti di difficoltà, dimenticandone cavallerescamente persino i trascorsi calcistici. Gascoigne, infatti, è stato uno dei più grandi talenti mai passati per il “White Hart Lane”, il mitico stadio del Totthenam, “nemico”numero uno e acerrimo rivale cittadino del club londinese dai colori bianco e rossi. Un gesto da apprezzare, quindi. Un po’ come se la Lazio facesse un favore a una “bandiera” della Roma, tanto per intenderci.



A raccontare questa bella storia fatta di solidarietà e nobiltà d’animo è stato lo stesso “Gazza” al “Sun”: “Ho telefonato al fisioterapista dell'Arsenal, Gary Levin, e gli ho detto che non stavo benissimo. Mi ha detto di andare in ospedale perchè temeva fosse una polmonite. E Wenger ha acconsentito di pagare 28 mila sterline per le mie cure, e altre 22 mila le ha sborsate l'Arsenal per il mio problema all'anca”. Diversamente, in un contesto sicuramente molto meno drammatico, l’ex fuoriclasse britannico non ebbe dal Totthenam un trattamento speciale: “Nel 2011, quando hanno incontrato il Real Madrid in Champions, mi è stato detto che se volevo vedere la partita c'erano solo due biglietti a 60 sterline. L'ho dovuta guardare sotto il box della dirigenza, dove c'erano ex calciatori che avevano giocato 30 anni prima di me...”.



Ricoverato d'urgenza il mese scorso sulla scorta del “Mental Healt Act”, la norma che consente alla polizia di ospedalizzare le persone con disturbi psichici che possono rappresentare un pericolo per l'incolumità pubblica, Gascoigne continua intanto a combattere la sua eterna battaglia contro la dipendenza da alcool, consapevole del fatto che solo lui può darsi una mano e tirarsi fuori dai guai: “L'unica persona che mi può salvare sono proprio io”. E’ ancora in tempo per farcela. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero