Brasile, trentenne ossessionato dalla chirurgia estetica entra nel Guinness: 42 interventi dal 2004

Rodrigo Alves
Apparire non è importante, ma l’unica cosa che conta: parafrasando un celebre motto sportivo, è questo l’ideale grido di battaglia di Rodrigo Alves che,...

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Apparire non è importante, ma l’unica cosa che conta: parafrasando un celebre motto sportivo, è questo l’ideale grido di battaglia di Rodrigo Alves che, a forza di ritocchi e ritocchini, ha sbaragliato la concorrenza conquistando lo scudetto mondiale del bisturi. Con 42 interventi subiti a partire dal 2004 questo aitante e plastificato trentenne brasiliano è diventato infatti il recordman assoluto in fatto di presenze dal chirurgo estetico e, di conseguenza, un fenomeno da Guinness dei primati, in cui ha inciso il suo nome dopo aver speso la bellezza di 350mila euro.

 
 
Gli ultimi soldi di questo ingente capitale Alves, noto a tutti come il Ken umano, li ha utilizzati per sottoporsi a una nuova seduta di dermoabrasione, uno speciale trattamento necessario per far sparire le rughe più superficiali del viso. Prima ancora, per centrare l’obiettivo di assomigliare al celebre bambolotto della Mattel, il ragazzo, che in casa ha messo su una sorta di spa con macchinari per “l'esfoliazione, per uccidere i batteri della pelle e riattivare il collagene e per sbiancare i denti", si era rifatto gli zigomi, il naso e persino gli addominali.

Criticati da molti, i risultati del restyling sono piaciuti a tanti altri, visto che su Instagram, dove conta circa 240mila followers, il Ken umano, ormai richiesto come testimonial da molte aziende di bellezza, è apprezzato e seguito con attenzione.

Oltre che una popolarità internazionale, comunque, negli anni, l’ossessione per la chirurgia ha lasciato in eredità ad Alves anche diversi pericolosi grattacapi. Al giovane sudamericano, infatti, i postumi di un intervento hanno rischiato di costare la vita per ben due volte: la prima nel 2013 dopo un’operazione ai bicipiti, la seconda nel 2016 in seguito all’ennesimo ritocco al naso.  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero