Tanti auguri Sassicaia: i primi 50 anni di un vino-icona

Tanti auguri Sassicaia: i primi 50 anni di un vino-icona
Nel caotico 1968, mentre il mondo era agitato dagli ideali della rivolta, nelle campagne maremmane avveniva un’altra grande rivoluzione: nasceva il Sassicaia. Vino-icona del...

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Nel caotico 1968, mentre il mondo era agitato dagli ideali della rivolta, nelle campagne maremmane avveniva un’altra grande rivoluzione: nasceva il Sassicaia. Vino-icona del nostro Paese, pensato e creato dal marchese Mario Incisa della Rocchetta e celebre in tutto il mondo, che compie quest’anno i suoi primi 50 anni. 


Siamo in Toscana, precisamente a Bolgheri, in una zona paludosa dove storicamente non era coltivata la vigna. Qui, il marchese della Rocchetta, sognava un vino d’ispirazione francese, che avesse «Lo stesso inconfondibile bouquet di un vecchio Bordeaux » come quello assaggiato dai Duchi Salviati a Migliarino, quando era un giovane studente di enologia a Pisa. Così, di ritorno dalla seconda guerra mondiale, il marchese decise di impiantare cabernet sauvignon e cabernet franc nella parte alta della splendida Tenuta di San Guido, portata in dote dalla moglie Clarice della Gherardesca, e cantata dal Carducci. Nasce così il Sassicaia, che prende il nome proprio da quel terreno sassoso, che ricorda il suolo di Graves di Bordeaux.

 

Fino al 1967 il Sassicaia rimase dominio strettamente privato, consumato solo nella Tenuta con la famiglia e gli amici. Finché (per nostra fortuna) Pietro Antinori, cugino di Clarice della Gherardesca, spinse Mario Incisa della Rocchetta a commercializzarlo e gli offrì la consulenza del proprio enologo, il celebre Giacomo Tachis, allora appena trentenne. Si segnò così il Rinascimento del vino italiano. La prima annata commercializzata fu il 1968, che uscì sul mercato nel 1971. Un vino inedito per i canoni italiani di allora, per il quale furono usate barriques francesi e vitigni internazionali al posto dell’autoctono sangiovese. 


La fama del Sassicaia non tardò ad arrivare: nel 1978, in una degustazione alla cieca organizzata dalla celebre rivista Decanter, a sorpresa l’annata 1972 fu incoronata come miglior Cabernet del mondo. Nel 1985 ottenne 100/centesimi dal critico Robert Parker, consacrandosi così nell’olimpo dei vini. Ma non finisce qui: nel 1994 nacque la “DOC Bolgheri Sassicaia”, la prima e unica dedicata al vino di una sola cantina. Insomma, un’etichetta emozionante, che ha segnato un cambio di paradigma nel panorama vitivinicolo nazionale. A portare avanti il mito del Sassicaia oggi sono Nicolo Incisa della Rocchetta, figlio di Mario, e l’enologa Graziana Grassini, in azienda dal 2010.
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Il Messaggero