Lotta al falso sushi: arriva il bollino di autenticità per i ristoranti giapponesi

Lotta al falso sushi: arriva il bollino di autenticità per i ristoranti giapponesi
Un bollino dagli occhi a mandorla. Arriva il certificato di qualità e autenticità per tutelare la vera cucina nipponica, i ristoranti giapponesi e i loro clienti, in...

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Un bollino dagli occhi a mandorla. Arriva il certificato di qualità e autenticità per tutelare la vera cucina nipponica, i ristoranti giapponesi e i loro clienti, in aumento in tutto il mondo. Partirà fra pochi mesi da Tokyo con un provvedimento varato per combattere le imitazioni della gastronomia del Sol Levante. Che sempre più spesso ingannano gli appassionati di sushi e sashimi con veri e propri falsi, nient'affatto d’autore.
Fra mille sigle la confusione sulla tavola d’oltre confine è davvero tanta. Esiste un interregno che mescola locali giappo-cinesi, fusion orientali e ramen in un grande calderone di cui spesso non si capisce né si conosce la provenienza. Per questo il governo del Giappone ha deciso di proteggere la sua cucina washoku, ovvero la tradizione culinaria nipponica che con questo termine è tutelata dal 2013  dall’Unesco come patrimonio culturale dell’umanità. Appunto con un bollino di autenticità.


Il disciplinare proposto dal Ministero dell’Agricoltura locale attraverso un Comitato per la valutazione della cucina giapponese all’estero dovrebbe vigilerà forse già da marzo, aprile su una serie di parametri: dagli ingredienti usati al metodo di preparazione, dalla vera comprensione della cultura nipponica all’attenzione per l’estetica a tavola. Per conquistare il patentino si dovrà anche dimostrare di aver vissuto per un periodo di tempo in Giappone. Condizione indispensabile per imparare sul campo l’abc per poter offrire anche all’estero piatti riconosciuti e riconoscibili. Senza trucco e senza inganno. Bollino d’oro per chi rimarrà a Tokyo e dintorni per almeno due anni. D’argento per chi non andrà oltre i sei mesi. Secondo la Camera di Commercio giapponese in Italia i ristoranti con questo tipo di caratteristiche nel nostro Paese, ovvero quelli che sarebbero promossi per ora sarebbero non più di cinquanta, fra Roma e Milano. Per gli altri bocciatura in vista. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero