Emelle ha vinto l'anoressia anche grazie ad Instagram: «La vita è troppo breve, non sprecatela»

Emelle Lewis
Era arrivata a pesare appena 31 chili e a toccare il fondo della sua tormentata esistenza. Grazie a una incredibile forza di volontà e all’esempio di chi quella...

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Era arrivata a pesare appena 31 chili e a toccare il fondo della sua tormentata esistenza. Grazie a una incredibile forza di volontà e all’esempio di chi quella grinta l’aveva già tirata fuori, oggi, però, Emelle Lewis, studentessa di psicologia di Huddersfield, Gran Bretagna, può dirsi una ventiduenne felice. Il suo corpo, prima terribilmente segnato dagli effetti dell’anoressia, ora, infatti, è quello di una persona sana, una persona che ha finalmente smesso di farsi del male e deciso di ricominciare a vivere dopo un lungo incubo.

 
«Tutto è iniziato al liceo - ha spiegato Emelle al Daily Mail raccontando il suo travagliato passato, fatto di sette ricoveri e di un’ossessione per la forma fisica, nata quando era appena quindicenne, trasformatasi in una gravissima malattia. - Mi sentivo troppo grassa e brutta: le mie amiche erano fidanzate e io, invece, non riuscivo a trovare nessuno».

Da quell’errata impressione, la strada verso il baratro, per la ragazza, è stata piana e breve: Emelle mangiava pochissimo, faticava tantissimo in palestra e, a volte, addirittura, evitava di sedersi per tutta la giornata in modo da bruciare calorie.

«Da malata, non pensavo di essere io il problema. Credevo di poter condurre una vita normalissima, nonostante la mia magrezza», ha aggiunto la studentessa, che, a causa dei tanti chili persi, era costretta a indossare abiti con taglie da bambina.

Quando tutto sembrava volgere al peggio, per Emelle, un bel giorno, è iniziata però la risalita, una risalita originata da uno scatto di orgoglio improvviso - «Mi sono detta: "Non ti sei ancora realizzata. È veramente questa la fine che vuoi fare?" No, non era quella» - e proseguita leggendo su Instagram le storie di tante ragazze anoressiche che, invece, di sprofondare, erano riuscite con coraggio a trovare la via della guarigione. «E’ stato molto difficile, ma da quel momento qualcosa nella mia testa è cambiato».


Cambiata nella mentalità e aiutata dai familiari e dai medici di un centro specialistico, piano piano, Emelle è riuscita a venir fuori dal tunnel in cui si era infilata e, adesso, più forte di prima e finalmente in pace con sé stessa, si sente in dovere di lanciare un messaggio. «La vita è troppo breve, non sprecatela». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero