Doggy Bag obbligatoria nei grandi ristoranti francesi, ma gli italiani ancora si vergognano a chiederla

Doggy Bag per tutti i gusti
Alzi la mano chi non ha mai pensato di portarsi a casa gli avanzi di chianina pagati come oro, rimasti nel piatto al ristorante. O una bottiglia di vino non finita. La soluzione...

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Alzi la mano chi non ha mai pensato di portarsi a casa gli avanzi di chianina pagati come oro, rimasti nel piatto al ristorante. O una bottiglia di vino non finita. La soluzione c’è e si chiama Doggy Bag ma spesso da noi nessuno la chiede, per vergogna e perché non si è abituati. Invece in molte parti del mondo è cosa normale farsi fare un pacchetto con quello che si è pagati ma non si è consumato.

 



In America è d'uso comune. Come dimenticare l'immagine di Michelle Obama in visita a Roma mentre esce da un famoso ristorante al Pantheon con l’inconfondibile busta di gustosi avanzi, in quel caso di pasta alla carbonara, lasagne e amatriciana?
Anche in Europa sta prendendo lentamente piede, anche se lentamente. Per esempio da qualche giorno, dal 1 gennaio di quest’anno, in Francia la Doggy Bag è diventata obbligatoria nei grandi ristoranti, quelli con più di 180 coperti, che dovranno rendere disponibile a fine pasto ai loro clienti questo box, in genere una scatola di cartone o una bustina di carta, dove riporre le rimanenze del pranzo saldato. Ce ne sono pure di personalizzate a piacere, coloratissime e firmate...proprio per "tutti i gusti".

Anche se i nostri cugini d’Oltralpe a differenza degli statunitensi dovranno abituarsi a chiederla perché finora il solo gesto era considerato tutt’altro che chic. In teoria nei sondaggi i francesi si dicono favorevoli, ma in pratica la maggioranza, il 70% non si è mai sognato di chiederla. 
Come in Italia dove, secondo un’indagine della Coldiretti, solo il 20% la richiede, il 25% si vergogna o considera maleducato farlo e al 28% quando va a mangiare fuori non avanza proprio niente.  


E invece potrebbe essere un piccolo passo in più nella lotta contro gli sprechi alimentari. Basti pensare che ogni italiano lo scorso anno ha gettato nella spazzatura 76 chili di cibo scartato. Anche se per via della crisi sei su dieci hanno diminuito questo malcostune, cambiando la maniera di fare la spesa, facendo attenzione alla data di scadenza dei prodotti prima di acquistarli e riciclando gli avanzi il giorno dopo.

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Il Messaggero