C’era una volta l’Albero della Vita. Era il simbolo dell’Expo 2015 e non a caso rappresentava la forza e l’energia della natura che non ha fine. E che...
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L’idea è venuta a un’architetta paesaggista, Olga Moskvina, che aveva lavorato alla realizzazione delle aree dell’Esposizione dedicate a Qatar, Kip-Onu e appunto Oman. Si è messa in contatto con il Comune pesarese e con tutti gli altri. E dal progetto, dalla teoria di un desiderio si è passati alla realtà. Olga insieme a una quindicina di volontari, tutti amanti dell’ambiente a 360 gradi, ha lanciato l’iniziativa “Recupero verde” e chi ha aderito ha dovuto presentare una mappa dei luoghi dove avrebbe potuto ospitare una “natura ricreata”. Sono nati in questo modo i “Luoghi di memoria di Expo”, con il supporto di da alcuni rappresentanti dell’Esposizione, aziende municipalizzate e Paesi espositori. Come dire, un posto al sole, anzi più di uno, per gli alberi della seconda vita, invece delle ruspe o dei camini in cui sarebbero finiti. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero