«Morgan ha ragione: i talent e, aggiungo io, i reality, sono la tomba della creatività. Senza contare che quasi tutti i concorrenti poi devono andare dallo psicologo. Lo dico...
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Chi parla è la mangiafuoco del Grande fratello 9 Siria De Fazio, spesso madrina delle partite di beneficenza di Amici, di frequente sulle pagine dei giornali di cronaca rosa per la sua relazione con Naike Rivelli, la figlia di Ornella Muti che condurrà la prossima edizione di Pechino Express. Perché i talent sono la tomba della creatività? «Perché spersonalizzano i concorrenti. Per gli autori l’obiettivo è ottenere alti ascolti e la soluzione è creare die personaggi, che non hanno quasi nulla a che vedere con l’aspirante artista in sé». Oggi Morgan sconsiglia ai ragazzi di partecipare ai talent. Sei d’accordo? «Non del tutto. Talent e reality restano ancora un’ottima vetrina. Chi partecipa, però, deve stare attento a non annullarsi e a non lasciarsi ammaliare dal facile e fittizio successo. Il mio consiglio? Leggete il contratto e fatevi aiutare da un avvocato. Detto questo, c’è poco da fare. Chi non risica non rosica. Al momento dell’iscrizione si devono firmare una serie di fogli che vincolano per almeno un anno alla rete e alla casa di produzione del programma. Preparatevi: i compensi derivati da serate ed eventi per i primi dodici mesi saranno modesti. E dopo, quando non avrete più esclusive, la fama sarà scesa. Non è facile, ma questo fa parte delle regole del gioco». Non è certo un segreto la storia tra te e Naike Rivelli, la figlia di Ornella Muti. Pensate mai alla convivenza? «No, perché non siamo una coppia. Per me, però, la nostra relazione vale ancora di più». Hai fatto bandiera della tua bisessualità. Sei favorevole alle adozioni da parte delle coppie gay? «Sì. La felicità di una bambino dipende dall’affetto che riceve e dalla serenità dell’ambiente in cui vive». A te piacerebbe avere un figlio? «No, non mi vedo proprio nei panni di madre. Gli trasmetterei tutte le mie mancanze e i miei vuoti. Però, se Naike facesse un figlio, mi piacerebbe fargli da padre». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero