La "selfie revolution" abbatte una statua di Lenin in Russia

La "selfie revolution" abbatte una statua di Lenin in Russia
Tempi duri per i nostalgici della Russia bolscevica e per le ultime vestigia dell'impero sovietico. Come se non fossero bastate le statue abbattute, a seguito dei grandi...

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Tempi duri per i nostalgici della Russia bolscevica e per le ultime vestigia dell'impero sovietico. Come se non fossero bastate le statue abbattute, a seguito dei grandi cambiamenti geopolitici che hanno interessato l'Europa dell'Est negli anni '80 e '90 del secolo scorso, a dare il definitivo colpo di grazia ci pensa ora la "selfie revolution".




Il piccolo villaggio di Moryakovsky in Siberia è stato protagonista di una di quelle vicende che sembrano tratte da un film, a metà tra Goodbye Lenin e il più recente The interview. Un uomo ubriaco si è arrampicato sul piedistallo della statua di Lenin, posta al centro del piccolo conglomerato di case, per farsi un selfie. Nel maldestro tentativo, complice l'elevato tasso alcolico presente nel sangue, ha perso l'equilibrio cadendo rovinosamente a terra e portando con sé il busto della statua del "piccolo padre" della Russia sovietica. Attenzione: solo il busto, perché la testa di Lenin era stata già abbattuta da un altro ubriaco, armato di martello, che voleva immortalarsi in un gesto "rivoluzionario", anche se arrivato con qualche decennio di ritardo.



Della statua, nella scarna piazza di Moryakovsky, sono così rimaste solo le gambe ritratte nell'atto di camminare, probabilmente nella direzione del "sol dell'avvenire". Un sole che in Siberia si vede ben poco.



«Non pensiamo che quanto accaduto sia divertente», ha dichiarato il "sindaco" del villaggio, secondo quanto riportato dal Siberian Times, il sito di informazione in lingue inglese sulla fredda regione russa che ha dato ampio spazio alla vicenda. In effetti molte foto della statua prima dei due incidenti mostrano che molte persone si ritrovavano a depositare fiori sul suo piedistallo, in memoria dei tempi andati e di un leader che - comunque - aveva riscattato il paese da quella che qualcuno ancora considera la dittatura degli zar.



Il "rivoluzionario dello smartphone" nella caduta ha riportato la frattura della gamba e del polso ed è stato medicato al più vicino ospedale. Il mese scorso nella regione russa del Kemerovo un'altra statua di Lenin era stata abbattuta da un uomo sotto effetto di stupefacenti che voleva farsi un selfie abbracciato alla gamba del padre dell'Unione Sovietica.


Il capitalismo degli smartphone ha portato a termine un'altra "battaglia vittoriosa" contro i nostalgici del comunismo. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero