Solo il titolo-citazione può sembrare, all’apparenza, un filino scontato perché, insomma, definire Men in Black gli All Blacks... ma per il resto questo mini-film con leggende...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Beh, con l’aiuto della Sony, la compagnia di bandiera neozelandese è riuscita di nuovo a superarsi. Gli agenti in Black sono McCaw e Carter, proiettati in un futuristico mondo insieme al ct Hansen e all’attore Rip Torn, protagonista appunto della trilogia MIB. E già pensare al capitano All Blacks in questo ruolo non è male, ma poi c’è la rivelazione Israel Dagg, l'estremo che rappa insieme al cantante australiano-neozelandese Stan Walker. Il risultato è trascinante ed è certo, come ha riconosciuto la Sony, che Dagg potrebbe davvero fare il rapper di successo mentre Walker farebbe molta più fatica a essere convocato da Hansen.
Poi ci sono, oltre alle comparsate di Kieran Read, Keven Mealamu, Sam Whitelock, comicamente impacciati mentre invece McCaw e Carter recitano disinvolti, tre guest star da urlo: merita il biglietto già il solo David Campese, l’italo-australiano rivale storico del rugby all blacks. L’hanno vestito da diavoletto: da scompisciarsi. Più legnoso - e come poteva essere diversamente - l’inglese Martin Johnson. Se la cava discretamente l'argentino Agustin Pichot, diavoletto anche lui. Nel cast, infine, anche una gradita batteria di ”hostess” che ballano con Dagg e Walker.
In vista dei sempre più vicini Mondiali in Inghilterra è senza dubbio una buona visione. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero