Pierce Brosnan e quel triste addio a Bond: «Mi licenziarono in maniera umiliante»

Pierce Brosnan e quel triste addio a Bond: «Mi licenziarono in maniera umiliante»
Umiliazione. È questo il sentimento che Pierce Brosnan associa al suo addio forzato a 007. Sono passati tanti anni ma l’attore irlandese non ha mai dimenticato il modo, a suo...

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Umiliazione. È questo il sentimento che Pierce Brosnan associa al suo addio forzato a 007. Sono passati tanti anni ma l’attore irlandese non ha mai dimenticato il modo, a suo dire, brusco con cui seppe che non avrebbe mai più vestito al cinema i panni del mitico agente segreto creato dalla penna dello scrittore Ian Fleming.



Così, tra una chiacchierata e l’altra, l’ha ricordato in una intervista piena di aneddoti e di comprensibile ed evidente rabbia: “Ero alle Bahamas a lavorare a un film chiamato “After The Sunset” e i miei agenti mi chiamarono per dirmi: “Le trattative si sono fermate. I produttori non sono sicuri di ciò che vorrebbero fare. Ti chiameranno giovedì prossimo”. Barbara (Broccoli n.d.r.) e Michael (Wilson n.d.r.) erano al telefono: “Siamo così dispiaciuti”. Lei stava piangendo, Michael era uno stoico e mi ha detto: “Sei stato un grande James Bond. Grazie mille”. Io gli ho risposto: “Molte grazie. Addio”. È stato così. Ero completamente shockato, e mi sentivo licenziato in maniera umiliante”.

L’episodio risale a una decina di anni fa, quando, dopo quattro film di grandissimo successo commerciale nel ruolo della celebre spia a servizio di Sua Maestà la Regina d’Inghilterra, - da “GoldenEye” del 1995 a “La morte può attendere”, 2002, fu incassato oltre un miliardo di dollari, di cui circa 400 milioni portati a casa solo con l’ultima pellicola - Brosnan era al culmine della popolarità. Evidentemente non bastava, visto che la produzione decise di mandare in pensione l’allora cinquantenne interprete nato a Drogheda per ingaggiare Daniel Craig.

E a proposito dell’attuale Bond, proprio sul suo conto e, per la precisione, sulla sua prova recitativa in “Spectre”, capitolo più recente dell’infinita saga di 007, non più tardi di una settimana fa, l’affascinante Pierce aveva speso belle parole: “Daniel, al suo quarto round, era dentro il personaggio. Era davvero sciolto nel ruolo”.


Assolutamente negativo, invece, il giudizio sul film: “Avevo delle aspettative altissime! Ho pensato subito che fosse troppo lungo. La storia era piuttosto debole, dovevano considerarlo. L’hanno allungata troppo. Davvero. Non è né carne né pesce”. E se lo dice lui … Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero