Come una moderna Arca di Noè, la missione di Joel Sartore, fotografo del National Geographic, è ritrarre le circa 14.000 specie animali presenti sul pianeta, prima...
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Foto in famiglia ed allo zoo di Lincoln, capitale del Nebraska, dove vive. Photo Ark ha avuto inizio dagli occhi di una talpa. Per i successivi dodici anni Joel Sartore ha applicato sempre la stessa tecnica. Scatti di animali all'interno di una tenda, un set con fondo nero o bianco, un primo piano dove a risaltare sono gli occhi. Così noi umani possiamo incrociare i loro sguardi, solo così forse, siamo in grado di evitare distrazioni e diventare consapevoli del pericolo di estinzione. In Italia la sua Reflex ha raggiunto prima il Natura Viva di Verona, poi il Bioparco di Roma, dove ha immortalato animali come la capra himalayana, la vigogna, il macaco del Giappone. Specie assenti altrove. E proprio nella capitale ha fatto tappa la mostra Photo Ark, in cui i visitatori potranno ammirare una selezione delle migliaia di fotografie raccolte nel mondo, ed interagire attraverso i touch screen, con l'intero archivio fotografico digitale. Ed ancora la nuova frontiera della tecnologia, la realtà aumentata, permetterà di entrare in contatto con alcuni animali. O meglio di simularlo, ma l'effetto di verosimiglianza è potenteo. Un'attenzione particolare infine è dedicata agli studenti ed alle scuole, che potranno visitare con un solo biglietto scontato, sia Photo Ark che il Bioparco. Il tempo però, è il vero filo conduttore di questa ricca esposizione fotografica. Entro il 2020, stando al Living Planet Report del WWF, la popolazione animale e vegetale potrebbe calare del 67%. Altri 12 anni serviranno a Joel Sartore (o al suo erede naturale, il figlio) per catalogare tutte le specie esistenti. Ed il prossimo 22 aprile per vedere la mostra all'Auditorium Parco della Musica e rendersi conto che salvando la biodiversità del pianeta, salviamo l'umanità. E noi stessi. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero