Quarant'anni vergine non è solo un film. Per Mohammed Abad, che gli anta li ha passati ormai da tre primavere, ad esempio, è il titolo non certo ironico di una vita fin qui...
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La sua storia, infatti, parte nel lontano 1978: Mohammed allora viveva in Inghilterra, nella città di Huddersfield, dove, a soli sei anni, fu vittima di un terribile sinistro stradale che gli costò l’organo genitale e, in seguito, diede il là a una serie impressionante di interventi per tornare alla normalità. In totale per il quarantatreenne, residente ad Edimburgo, sono stati cento; tra questi c’è anche quello più importante, quello che gli cambierà per sempre e in meglio la vita.
L’ha subito a Londra ed è durato 11 ore, il tempo necessario affinché venisse inserito nel suo corpo il suo nuovo pene, un innesto meccanico, su cui all’University College lavoravano da ben tre anni, ricavato dalla pelle di un braccio e collegato a due tubi, azionabili premendo un pulsante posto sullo scroto, che servono ad attivare e a disattivare il meccanismo erettile. “Il dottore mi ha detto che devo mantenerlo in allenamento - ha scherzato l’uomo, che, nonostante in passato sia riuscito ad avere rapporti sessuali tramite una protesi, è considerato biologicamente illibato -. Quando vuoi un po’ di azione premi “on” e per spegnerlo c'è un altro pulsante ”.
Sposato fino all’anno scorso, e a partire dal 2013, con una donna a cui non aveva mai parlato della sua disgrazia, Mohammed si è ripromesso di non nascondere più le sue peripezie e il segreto legato alla sua ultima operazione chirurgica . Almeno ad un eventuale amore: “Ad una futura partner lo dirò - ha spiegato al “Sun”, che l’ha intervistato -”. D’altronde, come ha ammesso lui stesso riferendosi al particolare congegno di cui è stato appena dotato, “molte ragazze potrebbero essere desiderose di provarlo". Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero