Il futuro dei pasti a domicilio? Si chiama UberEats e starebbe per sbarcare a Roma. La notizia non è ufficiale, ma ci sono parecchi indizi. Di certo c'è...
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Intanto Jambu Palaniappan, il nuovo capo della UberEats per l'Europa, il Medio Oriente e l’Africa in un’intervista alla Reuters non ha mostrato alcun dubbio né incertezza: «Di UberEats come business ci sentiamo assolutamente sicuri: avrà grande risonanza in tutto il mondo» ha affermato. E sicuramente puntano al successo dell’iniziativa gli investitori che hanno versato quasi 10 miliardi di dollari (8,9 miliardi di euro) a partire dall'inizio del 2014, anche se il finanziamento è sceso di oltre la metà nei primi sei mesi del 2016. Le previsioni sono comunque positive perché il mercato globale del food delivery è destinato a crescere del 10% tra il 2015 e il 2020 per raggiungere oltre 93 miliardi di dollari, secondo i dati di Euromonitor.
Fino ad oggi UberEats è stata lanciata in 33 città del mondo, la maggioranza negli Stati Uniti, dove ha iniziato a testare la distribuzione di cibo due anni fa. In Europa dopo Bracellona è approdata a Londra lo scorso giugno. Rispetto ai concorrenti il corriere del palato made in Usa promette tempi di consegna lampo, 30 minuti al massimo (in genere si va dai 30 ai 90) niente ordini minimi e nessun ricarico di spese di spedizione sul cliente finale. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero