Uno scolapasta come copricapo, una sorta di mostro degli spaghetti a cui fare quotidiana riverenza e una fede ormai diffusa in tutto il pianeta e soprattutto, da poche ore, degna...
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Al di là delle ironie e delle provocazioni, l’obiettivo che da dieci anni si prefiggono di conseguire è più serio di quanto si pensi: dalla loro nascita, infatti, i Pastafariani, per cui l’unico dogma valido è quello di non avere dogmi, - “non vi sono regole, riti, preghiere o altre sciocchezze, ogni membro può dire la sua in ciò che questa chiesa è e in ciò che diventerà” - lottano per affermare la laicità di ogni Stato e contro il creazionismo, che, secondo loro, non dovrebbe essere insegnato nelle scuole a scapito della teoria dell’evoluzione.
Sorta negli Stati Uniti, la comunità, ormai diventata a tutti gli effetti una Chiesa, nel tempo ha guadagnato sostenitori in tantissimi altri Paesi, tra cui la Germania e, appunto, la Nuova Zelanda. Nella nazione oceanica, dove sono balzati prepotentemente agli onori delle cronache negli ultimi giorni per la loro ultima trionfale missione, i Pastafariani sono celebri anche per un’altra clamorosa battaglia vinta: quella per il diritto a farsi immortalare nelle foto destinate a passaporto e patente con l’amato ed eccentrico cappello in testa.
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Il Messaggero