Non può uscire di casa ma vuole girare il mondo: ecco cosa si è inventata

Non può uscire di casa ma vuole comunque girare il mondo: ecco cosa si è inventata
Viaggiare tanto, cambiare continente e stile di vita e infine scoprire di soffrire di agorafobia. Questa, in sintesi, è la storia di Jacqui Kenny, una donna di Auckland...

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Viaggiare tanto, cambiare continente e stile di vita e infine scoprire di soffrire di agorafobia. Questa, in sintesi, è la storia di Jacqui Kenny, una donna di Auckland (Nuova Zelanda) che vive nel centro di Londra. A causa della sua fobia, questa 43enne non può neanche uscire di casa, per paura di ritrovarsi vittima di attacchi di panico difficilmente gestibili. Eppure la sua 'wanderlust', il desiderio e il bisogno di viaggiare e scoprire luoghi e culture diversi e molto lontani dal proprio, le ha permesso di esplorare i luoghi più remoti della Terra.




Come c'è riuscita? La risposta è molto semplice: grazie alla tecnologia. Da un anno, infatti, Jacqui non fa altro che esplorare, con Google Street View, i luoghi più remoti del mondo, ma stando comodamente seduta in casa davanti al proprio pc.
 

 


Dal Cile alla Mongolia, passando per la Russia e il Senegal. Tutto, però, rimanendo fisicamente a Londra. I grandi progressi tecnologici e un'idea ormai consolidata ma rivoluzionaria come l'esplorazione delle mappe di Google hanno permesso a Jacqui di conoscere paesaggi che mai avrebbe potuto vedere in vita sua.
 

 


Su Instagram la donna ha creato un account che raccoglie gli screenshot delle immagini di Google Street View che lei ha ritenuto più suggestive; il successo di 'Agoraphobic Traveller' (viaggiatrice agorafobica), una sorta di fotoblog che raccoglie foto di vari luoghi del mondo, ha fatto sì che la sua storia fosse raccontata dal Times e poi ripresa da vari siti di informazione.



Tutte le foto più curiose catturate dalla Google Car e scoperte dalla donna diventano poi post sull'account social.
 

 

 


A parlare dell'iniziativa di Jacqui sono stati anche Metro.co.uk e Artwort.com. Sul profilo Instagram la donna si racconta così: «L'agorafobia e l'ansia limitano la mia capacità di viaggiare, così ho trovato un altro modo di vedere il mondo».
 

 
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Il Messaggero