Poco hi-tech, molto manuale: per l'uomo vincono ancora i mestieri da macho

Poco hi-tech, molto manuale: per l'uomo vincono ancora i mestieri da macho
In passato erano molto più diffusi di quanto lo siano oggi, eppure mantengono il loro fascino di “mestieri da macho”. Ovvero, a basso tasso tecnologico e altamente fisici....

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In passato erano molto più diffusi di quanto lo siano oggi, eppure mantengono il loro fascino di “mestieri da macho”. Ovvero, a basso tasso tecnologico e altamente fisici. Fabbro, meccanico, marinaio, taglialegna, macellaio: sono i lavori che, almeno in Inghilterra, continuano ad essere percepiti come i più adatti per gli uomini (in barba a tutti i discorsi su pari opportunità e trasversalità di generi nel mondo del lavoro).




Tutto è nato da un sondaggio lanciato da Stormline, una linea di vestiario per condizioni climatiche avverse (giacche antivento, k-way, impermeabili). È stato chiesto a più di mille maschi inglesi adulti di indicare i mestieri che, a loro dire, fossero più adatti agli uomini, tenendo conto delle qualità richieste e delle caratteristiche fisiche necessarie. Cioè forza, resistenza, capacità di lavorare con qualsiasi clima, pericolosità.



Ebbene, stando ai risultati (e alla classifica stilata) vince, ancora una volta, quella che potrebbe essere definita una concezione novecentesca dei mestieri, che oggi – tra rivoluzione digitale e automazione - dovrebbe essere, almeno a parole, completamente superata.



È pur vero che l’ingegnere guadagna il podio della professione più maschile di tutte, con l’88 per cento delle risposte che oscillano tra “molto maschile” ed “estremamente maschile”. Un gradino sotto troviamo i militari, in particolare la fanteria; e poi, a cascata, il fabbro, il meccanico, il cuoco, il macellaio, la guardia giurata, l’arboricultore, il chirurgo e, all’ultimo posto, l’analista d’intelligence. Sorprende la mancanza da questa classifica del camionista e del muratore, tra i mestieri da uomo per eccellenza. Ma, tenendo conto del committente del sondaggio, forse non si trovano ragioni per stupirsi più di tanto.



L’indagine ha però interessato anche i settori lavorativi e non solo i singoli mestieri: in prima posizione si piazza la marina e la pesca; a seguire: la difesa e le forze dell’ordine; la conservazione; il settore delle costruzioni; l’intelligence; la sicurezza; l’aviazione; l’agricoltura; la medicina.



Alcune annotazioni: la maggior parte dei lavori e dei settori elencati sono relativamente a basso tasso tecnologico, come fabbro, falegname e macellaio; questo dato fa pensare che la maggioranza degli intervistati associ ancora il lavoro maschile a qualcosa che richiede un intenso sforzo fisico. Il 92 per cento delle persone interpellate ha invece indicato nella marina e nella pesca il settore lavorativo più “da macho”, per almeno tre condizioni: alto livello di pericolosità, condizioni climatiche difficili, solitudine; le risposte, infatti, oscillavano tra “molto maschile” ed “estremamente maschile”. Da notare, inoltre, che solo uno di quelli indicati è un lavoro “da ufficio” mentre metà della top-ten si riferisce a mestieri che si svolgono all’aperto. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero