Martin Sheen e la sieropositività del figlio Charlie: «Ha avuto molto coraggio a raccontare tutto in tv»

Martin Sheen e il figlio Charlie
Martin Sheen rompe il silenzio. Dopo l’intervista alla “Nbc” con cui il figlio Charlie ha ammesso la sua sieropositività e la successiva rivolta delle ex, furiose e pronte...

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Martin Sheen rompe il silenzio. Dopo l’intervista alla “Nbc” con cui il figlio Charlie ha ammesso la sua sieropositività e la successiva rivolta delle ex, furiose e pronte ad adire le vie legali contro la cinquantenne star di “Hot Shots!” per non essere state, a loro dire, informate sulle sue precarie condizioni di salute, l’attore di “Apocalypse Now”, settantacinque anni, ha deciso di dire la sua sul complicato momento del suo terzogenito, di cui ha confessato di aver apprezzato la scelta di andare in tv:












“Charlie ha avuto molto coraggio, è stata la cosa più difficile che abbia mai fatto - ha affermato l’interprete americano durante un evento mondano tenutosi a Naples, Florida -. È stato al centro di questa storia per mesi e noi abbiamo continuato a incoraggiarlo per convincerlo che fosse la cosa giusta da fare. Mentre lo guardavo, lo vedevo svelare al mondo la parte più intima di sé, i suoi segreti più profondi. È stato un gesto incredibilmente coraggioso e l’ha compiuto mio figlio. Spero che sia il suo primo giorno da uomo libero”.



Commosso ma, a quanto pare, sollevato nel poter parlare finalmente in pubblico, Sheen senior ha poi ricordato l’ultimo incontro con Charlie prima della sua partecipazione a “Today”, il talk show in cui martedì scorso ha confermato le voci, che circolavano da almeno una settimana, sul suo contagio da HIV: “Ci eravamo visti nel weekend e gli avevo detto che se mi avesse voluto al suo fianco, io ci sarei stato. Ma era una cosa che doveva e voleva fare da solo”.



Attivista politico e convinto sostenitore della causa liberal, per cui è stato arrestato addirittura 63 volte, il divo di “West Wing - Tutti gli uomini del Presidente”, celebre serie tv in cui interpretava un immaginario Capo di Stato americano, aveva già raccontato i problemi del figlio (allora ascrivibili “solo” ad una annosa dipendenza dalle droghe) in una conversazione con la “BBC” datata 2011: “Charlie sta affrontando problemi e dipendenze molto profonde, non è un segreto - aveva rivelato -. Se avesse il cancro come ci comporteremmo? Ecco, lui ha un altro tipo di malattia, ed è pericolosa come il cancro”. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero