Dal cactus del deserto alla pizza turca, dai frutti della foresta pluviale al tofu Mapo del Sichuan: appuntamento con il gusto a Parma dal 2 al 4 giugno prossimi, quando le...
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Con ben otto città Unesco per la Gastronomia presenti e sei show cooking, Parma per tre giorni racconterà quindi la storia della gastronomia mondiale. Si parte con Tucson, luogo di confine nel deserto della Sonora. Nonostante la zona sia arida, la sua tradizione agricola può essere considerata la più antica degli Stati Uniti. Tra i prodotti tipici che verranno presentati, il Bahidaj, frutto di cactus dal cuore magenta, il cholla, fiore della pianta grassa, il mesquite ovvero la carruba americana e i fichi d’india. Si continua con Belen, la capitale dello stato brasiliano di Parà formato da uno degli estuari del Rio delle Amazzoni. Da questa terra di confine tra foresta e mare, tra porti che danno sull’Europa e la giungla più fitta, arrivano in Italia frutti dolcissimi.
Tra tutti l’açaí, ricco di vitamina C e dal quale si ricava un gustosissimo gelato. Con un salto oceanico, il Gola Gola Festival conduce fino alle acque fredde e pescose della Scandinavia, ovvero a Bergen in Norvegia e nella svedese Östersund. Di quest’ultima si consiglia l’assaggio delle famose polpette, delle aringhe sottaceto o del knäckebröd, il pane croccante tradizionale da condire a piacere. Originari dell’entroterra dei fiordi norvegesi invece, i montoni selvatici, i formaggi stagionati e persino delle buonissime mele. I due pilastri della cucina asiatica presenti a Parma si trovano, rispettivamente, in Turchia e in Cina. Della prima, Gaziantep, nell’Anatolia Orientale, fa risalire la sua cultura gastronomica all’Età del ferro. Il suo segreto è la posizione: porto di terra, nel passato è stato una delle tappe della leggendaria Via della Seta. Secolo dopo secolo, la sua cucina è diventata sempre più ricca di influenze e contaminazioni in quanto a sapori.
Oggi Gaziantep porta al festival la frutta secca, soprattutto i pistacchi, il Baklava, un dolce a base di sottilissimi strati di pasta, e il Lahmacun, la cosiddetta pizza turca, ovvero una schiacciata con aglio, carne macinata, prezzemolo e spezie. Ma è la Cina la terra dei grandi numeri, anche al Gola Gola: dalla città di Chengdu arrivano ben 6mila specialità, per lo più piccanti. La località è considerata la culla della cucina Sichuan e a Parma presenterà il suo tōfu Mapo, uno dei dieci piatti più consumati nel Paese orientale, e che prevede l’aggiunta di carne. Molto popolari e da non perdere anche i Dandan Noodles, con scalogno, maiale, semi di senape e salsa hot.
A chiudere la lista delle cucine creative, Parma, con la sua tradizione gastronomica che va dal prosciutto al parmigiano fino ai tortelli, e un’altra città riconosciuta dall'Unesco per la gastronomia: la spagnola Dénia. Porto mediterraneo dai tempi dei cartaginesi, questa località vanta piatti a base di gamberi, riso e coca, una via di mezzo tra frittelle e pizzette da cuocere sulla piastra e farcire a piacere. Per saperne di più: https://www.golagolafestival.it/it/.
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Il Messaggero