Le Chupa Chups, i dolcetti a sfera sullo stecco bianco, chi non ne ha assaggiato uno almeno da bambino scegliendo da quell'espositore cilindrico incerto quale gusto scegliere...
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La sfera di 16 gr di zucchero (oggi un raro premio per i bambini in tempi di consapevolezza dei danni per le carie dentali) in 60 anni è stata prodotta in 130 gusti e venduta in oltre 70 mila milioni di pezzi. La formula è studiata nel minimo dettaglio, non solo per quanto riguarda l’approccio di vendita, ma anche nell’anatomia stessa del lollipop. La forma simile a quella del pianeta Saturno, infatti, è stato dimostrato essere fin dal 1958 la più adatta ad essere tenuta in bocca a lungo. Sedici minuti, per la precisione, qualora si tratti di un Chupa Chups original da 16 gr, o 20 minuti per uno max da 18 grammi, o appena 8 minuti per quello mini da 6 gr. Diversi formati e tantissimi gusti. I più particolari? Salty Lemon, Daiquiri, Pop-corn o Espresso. Senza dimenticare le differenze tra Paese e Paese, come il Cajeta – detto anche “Dulce de Leche” – in Messico, il Passion Fruit in Francia, il Mirtillo in Russia, Tè Verde, Tè al Limone o Tè alla Menta in Cina e l’Uva negli Stati Uniti. O ancora, le diversità tra i ragazzi – che preferiscono il gusto Cola – e le ragazze, che scelgono invece più spesso la Fragola o ed i bambini dagli 8 ai 12 anni che impazziscono per la ciliegia. Il logo fu inventato da Salvador Dalì, che negli anni ’70 disegnò per Chupa Chups la famosa margherita, lasciandosi ispirare dall’atmosfera “figli dei fiori” che si respirava in quegli anni. Creatività, ma anche scienza e soprattutto marketing. Fin dalla prima comparsa nelle drogherie dell’epoca, infatti, Enric Bernat volle che Chupa Chups si distinguesse dalle altre caramelle e venisse posizionato a raggera proprio sul bancone – in un espositore chiamato “cap and flag” –, per attirare l’attenzione dei bambini e convincere le mamme a regalare loro quel piccolo momento di divertimento. Ironia, colore e semplicità, questo era il motto anche dei venditori che Bernat spediva su e giù per la Spagna alla guida di SEAT 600 personalizzate con il logo.
Dalle Spice Girl a Madonna a Britney Spears, per citare icone della musica pop, fino a Naomi Campbell o Giorgio Armani, per passare all’alta moda, o ancora Ronaldo e Zidane, facendo così innamorare anche gli sportivi.
Oggi, dopo 60 anni, Chupa Chups continua ad innovarsi e ad intercettare le nuove tendenze. «Per fare solo un esempio, lo scorso anno abbiamo lanciato a livello internazionale una special edition con un partner d’eccezione come Buddy Valastro, il Boss delle Torte, amato dai ragazzi ma anche dagli adulti», aggiunge Seregni. Una formula perfettamente studiata nel minimo dettaglio, non solo per quanto riguarda l’approccio di vendita, ma anche nell’anatomia stessa del lollipop. La forma simile a quella del pianeta Saturno, infatti, è stato dimostrato essere fin dal 1958 la più adatta ad essere tenuta in bocca a lungo. Sedici minuti, per la precisione, qualora si tratti di un Chupa Chups original da 16 gr, o 20 minuti per uno max da 18 grammi, o appena 8 minuti per quello mini da 6 gr. Diversi formati e tantissimi gusti per soddisfare le esigenze di un pubblico davvero variegato. I più particolari? Salty Lemon, Daiquiri, Pop-corn o Espresso. Senza dimenticare le differenze tra Paese e Paese, come il Cajeta – detto anche “Dulce de Leche” – in Messico, il Passion Fruit in Francia, il Mirtillo in Russia, Tè Verde, Tè al Limone o Tè alla Menta in Cina e l’Uva negli Stati Uniti. O ancora, le diversità tra i ragazzi – che preferiscono il gusto Cola – e le ragazze, che scelgono invece più spesso la Fragola o ed i bambini dagli 8 ai 12 anni che impazziscono per la ciliegia. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero