Locali off limits. Quelli che non sono per tutti. E dove non tutto è permesso. Anzi in cui non ci si deve azzardare a fare qualcosa in particolare, pena la cacciata...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Esistono luoghi del cibo in cui telefonare è proprio proibito, così come mandare sms, fissare l’icona di WhatsApp , smanettare sul web, tweettare, postare la ricetta su Facebook e immortalare su Instagram il piatto di branzino glassato. Sembra impossibile, e invece Come nei film western i cowboy lasciavano pistole e cinture all’entrata dei saloon, in questi posti fuori dal mondo (tecnologico) è obbligatorio spogliarsi di tutti i propri "beni" di comunicazione e tornare vergini e puri come natura ha fatto, senza chiamate e connessioni di illimitata memoria. Telefonini e tablet vanno consegnati prima di entrare in sala. Saranno riposti in una cassettina, come quella della buca postale, o un armadietto apposito, chiusi a chiave, che sarà trattenuta gelosamente dal proprietario. E che sarà consegnata con l’amato oggetto solo all’uscita per evitare scene e implorazioni condite da crisi da astinenza da squillo o beep.
Nel mondo i ristoranti che hanno il coraggio di proporre questa dolorosissima separazione per i tanti cellularimaniaci non sono molti. Ma esistono. Per esempio in America: a Los Angeles c’è il Bucato e il fast food Applebee’s che propone però solo un giorno alla settimana da passare senza squilli e messaggio al seguito. In Medio Oriente c’è il ristorante libanese Bedivere che fa uno sconto del 10% a chi riesce a non usare il telefonino mentre è a tavola. E del 50%, pagando così la metà della cena, ad Abu Gosh in Israele. Esiste anche una app che funziona su Android e disattiva il cellulare per un periodo limitato, giusto il tempo di pranzare in tranquiliità: si chiama Flipp Off ed è stata creata in Canada da una startup di Toronto. Ma è in Italia che si esprime il divieto tecno-doc. All’Acetaia di Italo Pedroni, ovvero la storica Osteria di Rubbiara (aperta nel 1862) a un passo da Modena: un luogo pioniere dove dal 1993 è stato costruito un vero e proprio forziere per i cellulari. “Perquisiti” e spogliati del prezioso ma fastidioso oggetto, solo dopo averlo lasciato in custodia ci si può sedere a tavola. Anche prima, quando i telefonini erano molto più grandi di adesso, il patron li chiudeva nel cassetto sotto la cassa. Ora, dopo 53 di onorata carriera Italo ha passato il testimone al figlio Giuseppe che forse continuerà la tradizione call free senza piegarsi alla modernità a tutti i costi. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero