Carrie Fisher, la mitica principessa Leila di Guerre stellari, aveva fatto uso di droga qualche giorno prima della sua morte. A stabilirlo è stato l’esame...
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Affetta da disturbo bipolare dell’umore dall’età di 24 anni e schiava degli stupefacenti e dell’alcol dai tardi anni Settanta, Carrie Fisher era stata colpita da infarto lo scorso 23 dicembre durante un volo Londra-Los Angeles. Una volta a terra, era stata ricoverata al Ronald Reagan UCLA Medical Center di Los Angeles, dove i medici erano riusciti a stabilizzare le sue condizioni. Qualche giorno dopo, il 27 dicembre, ecco, però, la tristissima notizia della sua morte, un tragico evento seguito appena l’indomani da quello altrettanto luttuoso della scomparsa della madre e collega Debbie Reynolds, stroncata dalle conseguenze di un ictus.
Interprete cinematografica e teatrale raffinata ma anche sceneggiatrice e scrittrice di successo, nel 2015 la Fisher era tornata grande protagonista sul grande schermo rivestendo i panni della principessa Leila in Star Wars: Il risveglio della forza, settimo capitolo dell’infinita saga di Guerre stellari, la stessa che quasi quarant’anni prima l’aveva lanciata nel firmamento di Hollywood. A quell’importante avventura professionale, successivamente, era seguita la partecipazione alle riprese di Star Wars: Gli ultimi Jedi, pellicola che uscirà nei cinema nel dicembre prossimo con alcune scene girate proprio dall’indimenticabile alter ego della principessa Leila. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero