Bistecche, fettine, filetti doc. Anzi di più: talmente pregiati da essere venduti a peso d’oro e di platino. Per chi non vuole rinunciare a quello che per alcuni...
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Una prelibatezza da mangiare a piccolissimi bocconi, visto il prezzo, prodotta dal bovino Wagyu ( dal giapponese “wa” giappone e “gyu” bue ) dal manto nero di razza di Tajima che viene allevato con metodi alquanto insoliti che proprio per la loro particolarità contribuiscono al risultato finale. L’animale in questione infatti viene massaggiato con dei guanti speciali e alimentato durante l’inverno con fieno, crusca e derivati della soia e d’estate con birra o sake per farlo digerire meglio e farlo mangiare di più.
Tutto questo serve a rendere la carne molto marmorizzata, con una gran quantità di tessuto grasso distribuito nelle masse muscolari che la rende molto saporita. La caratteristica del manzo di Kobe, che non deve pesare più di 470 chili, è infatti la presenza di parecchie striature simili a quelle del marmo. Più ce ne sono più il prezzo sale con una scala che va da un minimo di 1 a un massimo di 12 striscioline bianche. In Giappone solitamente viene cotta alla piastra o servita a fettine sottilissime nello shabu shabu. In Italia è molto difficile trovarla anche se inizia a far capolino in qualche ristorante giapponese soprattutto al nord.
Fin qui la parte riservata agli amanti della carne top, ma sempre classica. Chi invece di una bistecca vuole mangiare animal-free può fare un bel po’ di chilometri e tornare più vicino a casa. E andare in Olanda dove può entrare in una macelleria. Ma vegetariana. La prima del genere in tutto il mondo aperta qualche anno fa a l’Aia (esperimenti simili sono seguiti poi in America,in varie parti d'Europa e poche settimane fa anche in Italia a Bari): The Hague, nome in codice The Vegetarian Butcher. All’apparenza è una macelleria come le altre, con tanto di bancone e arredi un po’ retro ma è dedicata al filone sempre più seguito in fatto di alimentazione e filosofia di vita green.
L’idea è venuta a Niko Kofferman che oltre a gestire il suo il suo negozio vende le sue creazioni a migliaia di punti veg. Si va di bocconcini alle polpette, dagli hamburger agli straccetti, crocchette, tutta carne vegetale al 100 per cento ma che assomiglia di gran lunga agli esemplari copiati, sia nella forma che nel sapore. E che per parecchi è anche più buona. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero