Belgio, la lotta allo spreco passa dal boccale: ecco la birra fatta con il pane avanzato

Belgio, la lotta allo spreco passa dal boccale: ecco la birra fatta con il pane avanzato
Buona come il pane. E tutta da bere. E’ la nuova birra che proprio con il pane è fatta. Sì, non è uno scherzo ma l’ultima novità in fatto...

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Buona come il pane. E tutta da bere. E’ la nuova birra che proprio con il pane è fatta. Sì, non è uno scherzo ma l’ultima novità in fatto di lotta agli sprechi e gusti alternativi. L’idea arriva dal Belgio, patria dell’amata bevanda, finita ultimamente sotto i riflettori per la presenza di diserbante in alcune note marche tedesca.

 


A concretizzarla e a farla finire in bottiglia è stato un gruppo di birrai di Bruxelles riuniti nel Brussels Beer Project che da qualche anno è al lavoro per creare formule innovative in boccale. Ecco allora la birra che riutilizza nella fase di produzione il pane avanzato e non venduto dai panifici: il suo nome è Babylone e si ispira a una bevanda ottenuta dalla fermentazione del pane prodotta moltissimi secoli fa addirittura in Babilonia.

Realizzarla non è stata cosa facile, è servito più di un anno di studi e sperimentazioni. Sono stati consultati diversi esperti birrai per creare dal nulla uno standard per questa nuovissima “bread beer”  mettendo a punto alla perfezione i vari passaggi della fermentazione e per calibrare le dosi.

 La novità, che è stata già presentata all'Expo 2015, attualmente sta incontrando parecchio successo soprattutto nell’ambiente della ristorazione attenta alla sostenibilità per esempio attirando l’attenzione dello chef ambasciatori del riciclo in cucina, ovvero Jamie Oliver, che sta esportando la ricetta anche a Londra dove questa  birra viene chiamata Toast Ale. Grande successo anche nella terra belga natia dove il microbirrificio  può contare sulla collaborazione attiva di Groot Eiland, che rifornisce l’impianto di pane in eccesso.

Con il risultato, encomiabile, di limitarne lo spreco che a Bruxelles riguarda il 20% del totale di tutto il cibo invenduto o finito nella spazzatura. L’iniziativa potrebbe allargarsi e coinvolgere anche il nostro Paese. Ma chissà se agli italiani piacerà il gusto (forse un po’ troppo “impastato” della Bread Beer,  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero