Ban Ki-moon da Colbert: «Sono stato anche io profugo, da bambino»

Ban Ki-moon da Colbert: «Sono stato anche io profugo, da bambino»
New York – Un bambino di sei anni, strappato dalla sua casa solo con gli abiti che ha addosso, senza poter portare via neanche un giocattolo o un libro. ...

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New York – Un bambino di sei anni, strappato dalla sua casa solo con gli abiti che ha addosso, senza poter portare via neanche un giocattolo o un libro.


Si volta indietro e vede il suo villaggio in fiamme. Non ha nulla da mangiare, nulla da bere, e i genitori non possono far altro che spingerlo a correre, verso le colline, verso la salvezza. Sembra una pagina tratta dalle vicende dei migranti che arrivano in Europa in questi giorni. E invece questo racconto l’ha fatto Ban Ki-moon, il Segretario generale delle Nazioni Unite. Il pubblico del programma televisivo “The Late Show” ha ascoltato in profondo silenzio, mentre uno degli uomini più noti e rispettati del mondo spiegava come la crisi che attanaglia l’Europa e l’Asia gli sia “molto vicina”, perché “ne conosce personalmente la disperazione”.



Parlando a Stephen Colbert, che ha preso il posto di David Letterman nella gestione del popolare programa notturno della Cbs, Ban ha ricordato come lui stesso, bambino di 6 anni, fu “profugo”, cacciato dalla sua casa e dal suo villaggio dalla guerra che infuriava in Corea. Il racconto gli è servito non solo per spiegare come il mondo dovrebbe avere un atteggiamento umano verso i profughi - perché tutti possono un giorno essere costretti a fuggire dalle proprie case - ma gli è servito anche a difendere l’Onu in un periodo in cui molti si chiedono se l’organizzazione non sia diventata un elefante burocratico: “Avevo sei anni, nulla da mangiare nulla da bere, niente per coprirci. Poi arrivarono i caschi blu. Per noi fu un raggio di speranza!”



La Guerra di Corea è stata la prima occasione in cui le forze di pace delle Nazioni Unite vennero usate per aiutare i civili. Oggi, ricorda Ban, l’Onu “continua a fare questo lavoro umanitario”, e tutti lo danno per scontato, al punto che nessuno quasi più lo vede.



Ban sta per dare il benvenuto a New York ai leader dei 193 Paesi che formano l’assise mondiale, per l’inaugurazione dei lavori dell’Assemblea Generale. Quest’anno l’Onu celebra il suo 70esimo anniversario, e avrà fra l’altro l’onore di ospitare Papa Francesco, che vi terrà un discorso la mattina di venerdì 25, la settimana prossima.



Durante l’intervista al Late Show, Stephen Colbert ha offerto a Ban un cocktail, scegliendone uno “a tema”, un Cosmopolitan. Poi, con le luci che si abbassavano, gli ha chiesto di rivelare qualche segreto. Ban gli ha promesso di andare a dirgliene vari una volta che il suo mandato sarà finito (scade a dicembre del 2016), però gliene ha raccontato uno che oramai non può indignare nessuno. Gli ha raccontato di quella volta che Gheddafi non la smetteva di parlare: “I leader hanno tutti circa 15 minuti al podio. Nessuno dovrebbe andare oltre – ha spiegato il diplomatico -. E invece lui parlava e parlava. Quando è arrivato a oltre 100 minuti il suo interprete, che si era portato appositamente dalla Libia, non ce la faceva più. Ha chiesto aiuto, ha detto che non poteva più andare avanti, ed è svenuto. E così Gheddafi si è dovuto fermare”. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero