Amelia Earhart, nuove ipotesi sul destino dell'aviatrice: prigioniera dei giapponesi e liberata con una nuova identità

Amelia Earhart, nuove ipotesi sul destino dell'aviatrice: prigioniera dei giapponesi e liberata con una nuova identità
Dopo l’assassinio di Kennedy e lo sbarco dell’uomo sulla Luna, l’altro grande mistero che da sempre appassiona l’opinione pubblica statunitense è il...

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Dopo l’assassinio di Kennedy e lo sbarco dell’uomo sulla Luna, l’altro grande mistero che da sempre appassiona l’opinione pubblica statunitense è il destino di Amelia Earhart, la prima aviatrice della storia, scomparsa in circostanze ignote nell’Oceano Pacifico alla fine degli anni Trenta del Novecento. Ma probabilmente, la verità sulla sua sorte è più vicina di quanto si credi. A dichiararlo è il quotidiano britannico Daily Mail, secondo il quale la donna fu catturata dai giapponesi che la tennero in prigione fino al 1945 e, una volta liberata, fu costretta a cambiare la sua identità.

L’indiscrezione, che getta nuova luce sul caso, è contenuta in un libro dell’autore a stelle e strisce W.C. Jameson, secondo il quale ci sarebbero delle evidenze inconfutabili che la Earhart fosse in missione segreta per conto dell’allora presidente Roosevelt quando si persero le tracce dell’aereo che pilotava nei pressi delle Isole Marshall. Il velivolo era probabilmente dotato di telecamere per registrare le installazioni militari giapponesi nel Pacifico. Sbarcata in territorio nipponico, sarebbe stata fatta prigioniera dei nemici almeno fino al 1945, quando, tornata in libertà negli Stati Uniti, prese il nome di Irene Craigmile Bolam per far perdere per sempre le sue tracce. Sarebbe morta nel 1982.
Il motivo? L’amministrazione dell’epoca temeva che si creasse troppo imbarazzo intorno alla figura del numero uno della Casa Bianca Franklin D. Roosevelt, che sarebbe stato considerato un “vigliacco ed incompetente” per aver lasciato catturare una figura così amata come quella della Earhart senza per altro alcun tentativo di salvataggio. La donna avrebbe accettato di buon grado la nuova identità per poter tornare a condurre una vita lontana dai riflettori e dalla politica.
Amelia Earhart era una pioniera del femminismo, un’icona che ha saputo condurre una vita glamour, la prima donna a volare in solitario sull’Oceano Atlantico, prima di voler intraprendere il viaggio intorno al mondo, mai portato a termine insieme al suo copilota Noonan, anch’egli fatto prigioniero dai giapponesi, secondo Jameson, e poi liberato sotto altro nome. Secondo la versione ufficiale del governo degli Stati Uniti, i due aviatori morirono a causa di un corto di benzina, schiantandosi a poche miglia dalle Howlnd Island. Ma secondo l’autore dell’ultimo libro, “non esiste alcuna prova a sostegno di questa conclusione”.

L’incidente è stato invece quasi sicuramente una scusa per coprire qualcosa di molto più importante. Sempre secondo Jameson, nel 1945 una donna vestita da suora fu salvata dalla prigionia in Giappone: si tratterebbe proprio di Amelia Earhart. Dopo il suo ritorno in America, la donna, il cui nome era Irene Bolam, più volte si è rifiutata di lasciare le sue impronte digitali agli investigatori. Inoltre, sul suo certificato di morte i genitori sarebbe stati classificati come “non conosciuti”, tutti elementi che Jameson porta a sostegno della sua tesi. 
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Il Messaggero