Adolf, la triste vita del cane che assomiglia a Hitler

Adolf, la triste vita del cane che assomiglia a Hitler
Se potesse dire la sua, chissà come commenterebbe. E, soprattutto, se gradirebbe il nuovo nome che gli è stato dato. Sta di fatto che Adolf, un chihuahua di appena otto...

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Se potesse dire la sua, chissà come commenterebbe. E, soprattutto, se gradirebbe il nuovo nome che gli è stato dato. Sta di fatto che Adolf, un chihuahua di appena otto settimane, assomiglia davvero al Führer del Terzo Reich Adolf Hitler. La sua padrona, una parruchiera di Gorseinon, nello Swansea, ha deciso di ribattezzarlo con il nome del dittatore nazista dopo aver postato su Facebook alcune foto che lo ritraevano in compagnia degli altri quattro cagnolini che possiede.


Quando alcuni amici le hanno fatto notare la bizzarra somiglianza, lei l’ha presa scherzosamente e si è adeguata, cambiandogli il nome. Il chihuahua ha una piccola macchia nera sulla testa, che sembra quasi una frangetta, del tutto simile a quella che caratterizzava il look di Adolf Hitler; in più, ha una voglia sotto il naso che, stando al racconto della padrona, col passare dei giorni è diventata sempre più scura, fino ad assumere le sembianze di un baffetto. Ancora una volta, un tratto tipico della fisionomia del Führer. Claire Walsh, proprietaria del chihuahua – che, a dispetto del nome, ispira molta simpatia – giura che la scelta di chiamarlo così è nata in un clima di ingenua ironia. Ma già possiamo immaginarci le prevedibili proteste che potrebbero sommergerla. Finora, però, tutto tranquillo.



Sembra quasi una variante canina della commedia francese “Cena tra amici”, che ha ispirato il film di Francesca Archibugi “Il nome del figlio”, uscito nelle sale italiane lo scorso gennaio. Al centro della trama, i litigi che scoppiano durante una tranquilla cena in famiglia quando si scopre che uno dei protagonisti vuole chiamare il figlio in arrivo “Adolf”. Le scaramucce nascono proprio dall’implicito riferimento al dittatore nazista, che con una scelta simile si vedrebbe indegnamente omaggiato: il suo, sostengono gli altri commensali, è un nome che nessuno ha più avuto il coraggio di dare dalla fine della Seconda guerra mondiale.



Nel caso del piccolo chihuahua, fino ad ora non sono scoppiati litigi o accese polemiche. Intanto, i cinque cagnolini sono stati messi in vendita, nonostante Claire, suo marito Niall e il figlio undicenne Zak si siano affezionati tanto ai cuccioli. «Zak lo adora, – racconta la padrona, riferendosi ad Adolf. «È il più sfacciato della cucciolata e ha molta personalità. Uno lo abbiamo già venduto ma stiamo ancora cercando una nuova casa per gli altri quattro».


L’abitazione della signora Walsh, per ironia della sorte, dista solo poche miglia da un edificio che ha suscitato l’interesse di molti utenti del web per un paradossale richiamo, anche in questo caso, alla fisionomia del Führer: la porta, stretta alta e nera, assomiglia ancora una volta ai tipici baffetti hitleriani, mentre il tetto, spiovente su un solo lato, è la sua frangetta corvina e squadrata. Guardare per credere. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero