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Che il Covid-19 avesse preso possesso dei terrtiori europei ben prima della scoperta dei primi focolai è cosa ormai certa, ma quel che non tutti sanno è che sui social network c’erano già dei segnali d’allarme purtroppo passati inosservati agli occhi delle istituzioni e delle autorità sanitarie. Uno studio coordinato dal professor Massimo Riccaboni, docente di Economia presso l’IMT School for Advanced Studies di Lucca, ha infatti evidenziato come tra la fine del 2019 e i primi del 2020 ci siano stati su Twitter molti più post che contenevano ‘polmonite’ e ‘tosse secca’ rispetto agli anni precedenti. A rendere il tutto ancora più inquietante è la constatazione che molti di questi messaggi provenivano dalle zone in cui sono scoppiati i primi focolai d’Europa, come la Lombardia e l’area di Madrid, in Spagna.
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Il Messaggero