Donald Trump chiede il boicottaggio di Coca Cola, ma continua a berla. E Twitter si scatena

Donald Trump chiede il boicottaggio di Coca Cola, ma continua a berla. E Twitter si scatena
Dopo il baseball, Donald Trump esorta a boicottare tutte le grandi corporation che hanno protestato contro la stretta sul diritto di voto della Georgia, determinando per...

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Dopo il baseball, Donald Trump esorta a boicottare tutte le grandi corporation che hanno protestato contro la stretta sul diritto di voto della Georgia, determinando per questo (a suo dire) la sua sconfitta elettorale. Tra le aziende, Trump accusa direttamente anche Coca Cola, peccato poi in una foto di ieri si veda l'ex presidente degli Stati Uniti ritratto nel suo nuovo ufficio di Mar-a-Lago con la sua bevanda gassosa preferita. A tradirlo è stata un'immagine postata su Twitter dal suo ex consigliere Stephen Miller in visita a Donald. Trump appare sorridente dietro la sua scrivania, e, anche se nascosta, è impossibile non notare dietro un telefono l'inconfondibile forma della classica bottiglia di Diet Coke. Sui social si scatena l'ironia di molti utenti: «Sembra che il boicottaggio della Coca Cola non sia ancora iniziato ufficialmente a Mar-a Lago». 

 

 

 

 

 

 

 

Il discorso di Trump contro le multinazionali

 «Boicottate tutte le "woke" companies che non vogliono l'identificazione degli elettori e le elezioni libere ed eque», ha dichiarato l'ex presidente con un attacco frontale a gruppi come Coca Cola e Delta Air Lines, che hanno i loro quartieri generali ad Atlanta, e, anche spinti da minacce di boicottaggi di senso opposto, nei giorni scorsi hanno criticato l'approvazione della legge. L'attacco di Trump arriva dopo quello del leader repubblicano al Senato, Mitch McConnell, che anche aveva usato in senso dispregiativo il termine "woke", solitamente usato per chi prende coscienza delle questioni relative alla giustizia razziale. Nella dichiarazione, diffusa dal suo Super Pac, Save America, Trump ha difeso la controversa legge, affermando addirittura che avrebbe dovuto spingersi anche oltre nel restringere l'accesso al voto e che quella firmata dal governatore Kemp è «una versione annacquata» del testo originale. «Questa legge doveva essere approvata prima delle elezioni presidenziali del 2020, non dopo», ha concluso lamentando ancora i presunti, e mai provati, brogli elettorali che avrebbero determinato la sua sconfitta.

 

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Il Messaggero