Il 70% dei bambini italiani trascorre il tempo libero sugli smartphone

Il 70% dei bambini italiani trascorre il tempo libero sugli smartphone
Per i nativi digitali lo smartphone è il giocattolo preferito. Secondo il rapporto “my first device” elaborato da Norton, sette bambini su dieci preferiscono...

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Per i nativi digitali lo smartphone è il giocattolo preferito. Secondo il rapporto “my first device” elaborato da Norton, sette bambini su dieci preferiscono giocare col cellulare nel loro tempo libero, altro che videogiochi, cartoon in televisione o corse nei parchi all'aria aperta. L'analisi ha preso in esame dieci paesi europei, considerando un'età compresa tra i cinque ed i sedici anni e realizzando interviste ad un campione di circa 7.000 genitori, Italia inclusa. E l'esito non lascia dubbi sulle preferenze: il 71% dei bambini italiani predilige il device digitale, meglio se di ultima generazione, col quale trascorre una media di due ore e mezzo al giorno. Ed il paragone col tempo libero trascorso all'aria aperta è sconfortante. Poco meno di due ore. Sembra inoltre che i piccoli nativi digitali italiani siano più incollati agli schermi dei loro tablet e smartphone, in una percentuale maggiore rispetto alla media europea che si ferma al 58%. La particolarità di questo rapporto è che per la prima volta vengono indagate le abitudini di bambini ed adolescenti nati in un periodo storico dove gli smartphone sono sempre esistiti. In un contesto simile assume un'importanza considerevole l'educazione digitale, un esempio corretto offerto dai genitori, su come usare la tecnologia nella vita quotidiana. Infatti, tornando ai dati della ricerca Norton, tre intervistati su quattro sostengono che a dare il cattivo esempio ai figli siano proprio gli adulti, in particolare i genitori. In termini di tempo libero trascorso davanti allo smartphone, peggio dei giovani italiani che ricevono il loro primo device a 10 anni, sono i bambini inglesi che raggiungono le tre ore giornaliere, seguiti dagli svedesi con due ore e 47 minuti. In terza posizione e a pari merito italiani, polacchi e spagnoli con 2 ore e 24 minuti.
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Il Messaggero