Mangiare alla mensa dell'Università di Maastricht (Paesi Bassi) con lo stesso tesserino con cui si entra in biblioteca a Tor Vergata, o si registrano gli esami ad...
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Una sorta di "double degree" declinato per sette, dunque. «Ne stiamo parlando in queste ore con rappresentanti e studenti delle Università di Anversa, Maastricht, Brema (Germania), Essex (UK, Brexit permettendo), Eastern Finland, Carlos III di Madrid (Spagna), in un confronto comune e fattivo». Un progetto su cui Novelli scommette convinto: «Stiamo definendo le materie, sulla base dei programmi di studio in comune. Ci sarà una laurea in Business Administration e una in Scienze umane - anticipa - Mentre con Anversa stiamo pensando a Medicina».
Tor Vergata è un'antesignana nel campo delle 'doppie laureè, «da 15 anni con l'Università Cattolica di Tirana abbiamo un double degree in Medicina con titolo congiunto. E proprio oggi stiamo discutendo su un progetto di Ingegneria ambientale con la Tsinghua University cinese, fra le più prestigiose al mondo».
All'origine del progetto studiato su misura per lo studente europeo c'è un'iniziativa voluta dal presidente francese Emmanuel Macron nel 2017, che ha portato alla nascita delle Young Universities for the Future of Europe alliance, un'alleanza battezzata Yerun (Young European Research Universities Network) fra Maastricht University (capofila), University of Antwerp, University of Bremen, Università di Roma Tor Vergata, University of Eastern Finland, the University Carlos III of Madrid e University of Essex.
Il futuro «per noi è quello dello studente europeo. Ma se si vuole aprire anche alla possibilità di una doppia laurea italiana, come sembra trapelare da notizie di stampa, penso che non sarebbe affatto male», aggiunge il rettore di Tor Vergata. «Questa soluzione, ostacolata da poche righe di una vecchia legge, permette di frenare il flusso massiccio di studenti che migrano da Sud a Nord. Permettendo anche "scambi" di studenti e docenti e favorendo la complementarietà», conclude. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero