Scuola, gli studenti promuovono i professori: per il 50% ha un livello di digitalizzazione «sufficiente»

Scuola, gli studenti promuovono i professori: per il 50% ha un livello di digitalizzazione «sufficiente»
Con la didattica a distanza sono gli alunni a dare i voti. Per il 50% degli studenti, gli insegnanti hanno un livello di digitalizzazione «sufficiente». Promosse...

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Con la didattica a distanza sono gli alunni a dare i voti. Per il 50% degli studenti, gli insegnanti hanno un livello di digitalizzazione «sufficiente». Promosse anche le scuole. Più della metà dei ragazzi sentiti ha indicato che gli istituti sono stati in grado di fornire gli strumenti digitali necessari. Ma i giudizi di chi è stato sentito non sono tutti positivi.

I risultati della ricerca di Parole O_Stili e Istituto Toniolo dopo un anno di didattica a distanza sono sconfortanti sul piano dell'apprendimento. In particolare, il 40% degli alunni dice di aver peggiorato nello studio e il 65% che fatica a seguire le lezioni. Inoltre, il 96% durante la Dad ha chattato con i compagni, l'89% è stato sui social media, l'88% ha consumato cibo e il 39% ha cucinato

La ricerca è stata condotta su oltre 3500 studenti della scuola secondaria di secondo grado e su circa 2.000 insegnanti della scuola primaria e secondaria. Ed è emerso che un ragazzo su quattro ha sofferto la distanza con il professore, ma apprezza (il 79%) di avere questa possibilità. La Dad, però, per il 23% invoglia meno a studiare e incide anche sull'apprendimento: il 35% non è riuscito a studiare bene.

Gli aspetti positivi della tecnologia

Molti studenti hanno utilizzato i social network per creare gruppi e studiare meglio. WhatsApp è il più utilizzato, dal 99% degli intervistati, Instagram al secondo posto, con il 94%, YouTube al terzo con l'86% e infine TikTok, utilizzato dal 66% di chi è stato sentito. In totale, gli studenti hanno dichiarato di aver aumentato la loro presenza sui social del 73%. E nessuno li ha fermati. Soltanto il 17% dei genitori ha imposto limitazioni sulle ore trascorse allo smartphone.

 

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Il Messaggero