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Saranno oltre 5 milioni gli studenti che dopo le vacanze pasquali faranno rientro in aula il 7 aprile, 3 milioni, invece, quelli che continueranno con la didattica a distanza. La discriminante che determinerà chi seguirà le lezioni in presenza e chi da remoto sarà ancora una volta quella del colore regionale e dunque l'andamento dei contagi da Covid-19 indicato dall'indice Rt. Quello che però è certo è che i bambini fino alla prima media a partire da dopodomani potranno tornare a preparare la cartella, con un rientro a scuola assicurato, a prescindere che si trovino in zona gialla, arancione o rossa.
Chi tornerà in presenza
Dal 7 aprile la ripresa delle attività didattiche non sarà dunque assicurata a tutti gli studenti: l'Italia, divisa in zone rosse e zone arancioni fino al 30 aprile, vedrà tornare tra i banchi al 100% i bambini degli asili e delle scuole elementari e gli studenti della prima media, mentre per tutti gli altri la possibilità di rientro dipenderà dall'emergenza Covid.
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Scuola in zona arancione
Nella zona arancione, dopo un mese di didattica a distanza, potranno tornare in aula anche i ragazzi di seconda e terza media al 100% e gli studenti delle superiori con la presenza ridotta che può variare dal 50 al 75%. Per il momento il Lazio conferma la zona arancione, lo stesso colore dal 6 aprile potrebbe interessare anche le regioni Marche, Veneto, Liguria, Umbria, Abruzzo, Molise, Sardegna, Basilicata e la Province autonome di Trento di Bolzano.
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Scuola in zona rossa
In zona rossa invece dovranno restare a casa, al 100%, tutti gli alunni dalla seconda media all'ultimo anno delle scuole superiori. Per ora l'allerta massima riguarda Valle d’Aosta, Piemonte, Emilia-Romagna, Friuli, Puglia, Lombardia, Toscana, Calabria, Campania e Calabria. A queste potrebbe aggiungersi la Sicilia che rischia di passare dall'arancione al rosso.
Secondo le stime di Tuttoscuola, dal 7 aprile 3,2 milioni di studenti continueranno a seguire le lezioni online, rispetto ai 6,9 milioni nei giorni scorsi, e 5,3 milioni entreranno in aula, contro 1,6 milioni. Rispetto agli oltre 8 milioni di studenti italiani, saranno sei su 10 quelli in presenza.
Il Messaggero