Dopo il caso romano dell'Istituto di via Trionfale, spuntano nuovi casi di “identikit” choc nelle descrizioni delle scuole. Non c'è la contrapposizione ricchi e poveri, alta...
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Roma, scuola Trionfale: la preside non cambiò il testo e molti genitori la difendono
Affermazioni sconcertanti anche alla «Dino Compagni», altra scuola di un quartiere da sempre considerato 'benè: in questo caso si sottolinea che i figli dell'alta borghesia della zona negli ultimi anni studiano accanto ai ragazzi delle colf impiegate nelle belle case del quartiere. Spostandoci a Prato, al glorioso convitto «Cicognini», si scopre che «nella maggioranza dei casi gli studenti sono figli di professionisti». Un ceto medio-alto, dunque. «Anche gli studenti di origine cinese provengono da famiglie di imprenditori che trovano molto congeniale la presenza del semi-convitto». E poi: «L'incidenza degli studenti provenienti da famiglie svantaggiate è molto bassa». Perchè gli allievi di quell'istituto pratese hanno la casa al mare, fanno viaggi all'estero e hanno pure «capi di abbigliamento firmati». Alla scuola «Rodari» di Follonica (Grosseto) si è voluto rimarcare il «flusso migratorio dal Sud».
Non mancano, naturalmente, esempi positivi. Tra i tanti, «La Nazione» ha scelto quello di Ponsacco. Ebbene, nella provincia pisana «troviamo finalmente la scuola inclusiva che tutti ci aspetteremmo». Sul sito internet si presenta così: «L'incontro con diverse culture arricchisce gli alunni e li rende più consapevoli della dimensione sociale in cui sono inseriti». E giù un elenco delle nazionalità presenti tra i banchi. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero