Scuola, presidi in rivolta: «Azzolina assunta sotto casa, noi spediti al nord, ora rischiamo di non tornare»

A seguito del concorso del 2017 oltre mille furono costretti a lasciare la propria regione per prendere servizio

Prima sono stati costretti a lasciare le famiglie per prendere servizio fuori regione, ora  rischiano di non poter più tornare a casa. I dirigenti scolastici...

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Prima sono stati costretti a lasciare le famiglie per prendere servizio fuori regione, ora  rischiano di non poter più tornare a casa. I dirigenti scolastici vincitori del concorso 2017 tornano a protestare, questa volta contro il nuovo bando "a graduatorie regionali" indetto per il 2023 che rischia di bloccarli "a vita" lontani dalla propria regione. É la "ciliegina sulla torta", dopo che il concorso del 2017 era finito al centro delle polemiche perchè l'ex-ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina aveva ottenuto un posto "sotto casa" in Sicilia. 

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La appello dei presidi: «Più posti per la mobilità interregionale» 

Oggi oltre mille presidipresidisi dicono pronti allo sciopero della fame e della sete per chiedere al Ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi più posti destinati alla mobilità interregionale e dunque la possibilità di tornare dalle proprie famiglie. «Rischiamo, con il prossimo concorso a graduatorie regionali in arrivo, di essere definitivamente penalizzati dal sistema e di non potere più tornare a casa», spiega Benedetto Lo Piccolo, dirigente presso l'Ic De Amicis, a Busto Arsizio, in Lombardia dove è giunto in seguito all'incarico del 2019 dalla Sicilia.

Per Lo Piccolo «Il fatto che la  mobilità interregionale, sia limitata al 30% continua a far perpetrare lo scandalo di chi arriva ultimo in graduatoria ma prende il posto sotto casa».  Intanto - fanno sapere i manifestanti - oltre un centinaio di vincitori ha rinunciato all'incarico, non potendo sostenere i costi di trasferimento e una gestione familiare a distanza. «Vogliamo essere ascoltati e garantiti dal ministro Bianchi, che si era impegnato con un atto di indirizzo a cui non ha più dato seguito» conclude Lo Bianco.

Con il concorso 2017 in mille costretti a lasciare le famiglie

Il concorso del 2017 è finito al centro delle proteste perchè la maggiorparte dei vincitori sono stati costretti a trasferirsi lontano da casa. Nel 2019 hanno preso servizio i primi 1984 dirigenti vincitori, su questi mille sono stati assegnati fuori regione, sradicati dalle famiglie. Nel 2020, l'immissione in ruolo ha riguardato circa 345 presidi, di cui solo 1/3 nella propria regione di appartenenza. Ultima chiamata nel 2021 per 396 presidi, 2/3 dei quali vengono incaricati fuori regione e 1/3 nominato in casa, tra questi Azzolina.

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Il Messaggero